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Operazione Olimpo: anche la Cittadella di Padre Pio a Drapia nel mirino dei clan

L’indagine della polizia e della Dda porta alla luce una tentata estorsione pluriaggravata che sarebbe stata messa in atto dai boss Luigi Mancuso, Antonio La Rosa, Giuseppe Accorinti e Gregorio Giofrè

Operazione Olimpo: anche la Cittadella di Padre Pio a Drapia nel mirino dei clan
La Cittadella di Padre Pio a Drapia e nei riquadri Antonio La Rosa, Luigi Mancuso, Giuseppe Accorinti e Gregorio Giofrè
La Cittadella di Padre Pio a Drapia

E’ finita all’attenzione degli investigatori della polizia – coordinati dalla Dda di Catanzaro – anche la vicenda della costruzione dell’ospedale pediatrico di Drapia nell’ambito dell’inchiesta denominata Olimpo. Una vicenda che costa l’imputazione di tentata estorsione pluriaggravata ai seguenti indagati: Antonio La Rosa, 61 anni, detto “Ciondolino”, indicato come il boss di Tropea, Gregorio Giofrè, 60 anni, di San Gregorio d’Ippona, Luigi Mancuso, 69 anni, di Limbadi, Giuseppe Ferraro, 29 anni, di Brattirò di Drapia, e Giuseppe Accorinti, 64 anni, di Zungri. Accanto all’ospedale pediatrico è stata prevista la costruzione di un centro di ricerca, di un santuario e di un villaggio per sofferenti su commissione della fondazione “I discepoli di Padre Pio”. Le indagini, ad avviso del gip, hanno “documentato il vivo interessamento delle diverse articolazioni di ‘ndrangheta rispetto ai lavori”. [Continua in basso]

Giuseppe Prossomariti

E’ da una conversazione intercettata fra Giuseppe Prossomariti, 36 anni – nipote di Pasquale Quaranta, quest’ultimo condannato all’ergastolo – e Antonio La Rosa che gli investigatori sentono per la prima volta l’interesse dei clan su determinati lavori. Dalla consultazione di un articolo della nostra testata Il Vibonese.it del 28 maggio 2008 dal titolo “I discepoli di Padre Pio, il sogno di Irene Gaeta e l’ospedale pediatrico che sorgerà a Drapia”, gli inquirenti arrivano a capire che si trattava proprio dei lavori relativi alla costruzione di un ospedale pediatrico, di un santuario, un centro di ricerca e un villaggio per sofferenti in costruzione in contrada Vento del comune di Drapia. “L’opera era stata avviata su input della fondazione I discepoli di Padre Pio, costituita – scrive il gip – dall’ex stilista di moda Irene Gaeta, figlia spirituale di Padre Pio”.
E’ stata poi intercettata una conversazione tra Tonino La Rosa e Prossomariti nella quale il primo, parlando di tali lavori e “mostrando di ben conoscere la spartizione delle competenze in tale settore, faceva riferimento ad un terzo fornitore che si era lamentato con Giuseppe Accorinti, il quale aveva più voce in capitolo sulle forniture di tale lavoro”.
Nel corso di altra conversazione, Antonio La Rosa faceva poi menzione di tale Gentile, riferendo di avere cercato di avvicinarlo tramite Gregorio Giofrè ed aggiungendo di aver ricevuto rassicurazione da quest’ultimo circa il fatto che questi, alla fine, fosse riuscito ad “aggiustare per tutti”. La ditta esecutrice dei lavori è stata individuata nella Ge.Co.srl di cui era direttore tecnico il geometra Antonio Gentile.

Antonio La Rosa

Nella conversazione captata in data 16 febbraio 2019, intercorsa tra Antonio La Rosa e Gregorio Giofrè emergeva inoltre “il coinvolgimento nella questione anche di Luigi Mancuso (lo “zio”): il Giofrè, infatti, informava il La Rosa della pretesa del Mancuso relativa al trasferimento di un lotto di terra in mancanza di denaro”. In altra conversazione, del 20 marzo 2019, emergeva inoltre che Antonio La Rosa aveva parlato con Peppe Accorinti dei lavori al cantiere e “dell’opera dedicata a Padre Pio per accordarsi sulle strategie di spartizione”.Infine, nella conversazione del 27 luglio 2019 “Antonio La Rosa faceva il punto con Domenico Salvatore e con Ferraro Giuseppe sulle attività di estorsione, facendo emergere il ruolo di intermediario di Gregorio Giofrè, facendo ancora una volta riferimento al pezzo di terra che avrebbe preso Luigi Mancuso. Nel corso di tale dialogo Antonio La Rosa faceva espresso riferimento alla necessità di compiere un attentato e far saltare in aria qualcosa laddove non si fossero accordati”. Per il gip emerge il ruolo del Ferraro quale soggetto che si recava sul cantiere a controllare”. Antonio La Rosa chiamava poi in causa Peppe Accorinti quale soggetto interessato e comunque coinvolto nella spartizione dei proventi. Quanto emerso dalle indagini, quindi, ha portato il gip a ritenere “evidente la sussistenza dell’ipotizzato delitto di tentata estorsione pluriaggravata in danno delle imprese incaricate dei lavori di costruzione di un Ospedale pediatrico, un centro di ricerca, un santuario, un villaggio per sofferenti in Drapia, su commissione della fondazione “I discepoli di Padre Pio”: l’attività intercettiva ed i riscontri documentali hanno consentito di scandire le varie fasi del delitto e l’identificazione dei soggetti coinvolti”.

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I discepoli di Padre Pio, il sogno di Irene Gaeta e l’ospedale pediatrico che sorgerà a Drapia (VIDEO)

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