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Narcotraffico: operazione Stammer, 64enne di Mileto lascia il carcere

Sarà affidato ai servizi sociali ed impiegato in lavori di pubblica utilità in difetto di un’occupazione redditizia

Narcotraffico: operazione Stammer, 64enne di Mileto lascia il carcere

Lascia il carcere di Milano Bollate, Giuseppe Vittorio Petullà, 64 anni, di San Giovanni Mileto ma residente in Carate Brianza (MB), per essere affidato al servizio sociale del comune di residenza (Carate Brianza).
Petullà sta scontando una pena a 8 e 4 mesi di reclusione per narcotraffico nell’ambito delle operazioni “Stammer 1” e “Stammer 2”. La decisione è del Tribunale di Milano in accoglimento di un ricorso dell’avvocato Giuseppe Di Monteleone che assiste Petullà. Ai fini della decisione del Tribunale, importante si è rivelata anche la disponibilità del Comune di Carate Brianza ad impiegare Vittorio Petullà (in vista di un suo reinserimento sociale) in lavori di pubblica utilità, in difetto di un’occupazione lavorativa redditizia. 
Da ricordare che nell’aprile dello scorso anno era stata la Corte d’Appello di Catanzaro ad accogliere la richiesta presentata dall’avvocato Monteleone per il continuato fra due sentenze emesse nei confronti di Petullà (4 anni e 4 mesi inflitti dalla Corte d’Appello nell’ambito dell’operazione Stammer 1), per importazione dalla Spagna di un grosso carico di cocaina, e quella a 4 anni comminata dal Tribunale di Catanzaro nell’ambito dell’operazione “Stammer 2” per l’importazione di 400 chilogrammi di marijuana dall’Albania. [Continua in basso]

L’inchiesta è nata da una comunicazione pervenuta nel novembre 2014 dal National Crime Agency (N.C.A.) dell’ambasciata della Gran Bretagna in Italia. In particolare, il National Crime Agency, recependo un’analoga segnalazione del paritetico organismo in Colombia, ha segnalato la connivenza tra un’organizzazione criminale colombiana e una italiana impegnate nell’importazione di ingenti quantitativi di cocaina dal Sudamerica da destinare al mercato europeo. Per il Petullà, si sono aperte le porte del carcere per l’affidamento al servizio sociale nonostante la pena definitiva che stava scontando rientri nel novero dei reati che non prevedendo alcun beneficio tranne che il carcere.

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