domenica,Maggio 12 2024

Operazione Rimpiazzo: confermata la sorveglianza speciale per 35enne di Piscopio

In primo grado è stato condannato a 13 anni e 11 mesi dal Tribunale di Vibo Valentia per narcotraffico, tentata estorsione, spaccio e associazione mafiosa

Operazione Rimpiazzo: confermata la sorveglianza speciale per 35enne di Piscopio
Benito La Bella

Sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per due anni confermata nei confronti di Benito La Bella, 35 anni, di Piscopio. La seconda sezione penale della Cassazione ha infatti respinto il suo ricorso avverso il decreto della Corte d’Appello di Catanzaro del 17 giugno scorso. Il ricorso è stato ritenuto inammissibile in quanto la motivazione della Corte d’Appello, ad avviso della Suprema Corte, “non presenta lacune o carenze tali da poterne predicare la mera “apparenza” ovvero l’inesistenza”. I giudici di merito hanno infatti sottolineato “la portata dei fatti contestati a Benito La Bella nei processi in corso tra cui, in particolare, quello scaturito dal procedimento “Rimpiazzo” per il quale era imputato per associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico ed anche per associazione mafiosa. I giudici della prevenzione, inoltre, avevano sottolineato come il La Bella fosse risultato coinvolto più volte in vicende di spaccio, indagato per stupefacenti nel 2014 e denunciato nel 2019 per occupazione di suolo pubblico. Avevano fatto presente che si tratta di un soggetto “collocato vicino alle consorterie mafiose ed indicato come “nuova leva” del clan di Piscopio dal pentito Moscato”. Nell’aprile scorso, inoltre, Benito La Bella – come ricordato dalla Cassazione – è stato condannato in primo grado dal Tribunale di Vibo Valentia alla pena di 13 anni e 11 mesi di reclusione per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, associazione mafiosa, detenzione e spaccio di stupefacenti e associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico. [Continua in basso]

“Dopo aver evidenziato il rapporto privilegiato esistente tra il La Bella ed il capo della cosca, Rosario Fiorillo, la Corte ha fatto presente che, se da un lato il delitto di associazione a delinquere di stampo mafioso era stato contestato “sino alla attualità”, risultava, dall’altro, che La Bella aveva continuato ad intrattenere rapporti e frequentazioni con numerosi soggetti (tra cui lo stesso Fiorillo) a loro volta imputati e condannati a severe pene detentive nell’ambito del medesimo procedimento “Rimpiazzo” per aver fatto parte del sodalizio e tenuto condotte funzionali alla attuazione del programma del sodalizio tuttora forte ed operativo sul territorio”. Da qui l’inammissibilità del ricorso.

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