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«Mi trasferisco al Comune finché non torna l’acqua», a Vibo è ancora emergenza: nuova protesta della donna che portò i panni a lavare in Municipio

A febbraio era rimasta con i rubinetti a secco per ben dieci giorni, ora l’incubo sembra ripetersi per una residente del rione Carmine: «Non posso nemmeno lavare i miei figli e con questo caldo è impossibile vivere così». Il consigliere Colelli rassicura su un intervento a breve

«Mi trasferisco al Comune finché non torna l’acqua», a Vibo è ancora emergenza: nuova protesta della donna che portò i panni a lavare in Municipio
A sinistra la protesta di febbraio quando la donna portò i panni da lavare al Comune, a destra i rubinetti a secco di questi giorni

Era febbraio quando, dal cuore del centro storico di Vibo Valentia, precisamente nella zona del Carmine, partiva una protesta plateale che ha contribuito ad accendere i riflettori su un problema tanto grave quanto ricorrente: la mancanza d’acqua nelle abitazioni. A farsi portavoce del disagio collettivo, in maniera tanto originale quanto drammatica, fu una cittadina, Vittoria Lo Bianco, che si presentò al Comune con un carico inaspettato: i panni sporchi da lavare. Un gesto simbolico che raccontava più di mille parole la disperazione quotidiana di chi, nel 2025, si ritrova a vivere senza il minimo indispensabile per vivere: l’acqua.
A distanza di quattro mesi, la situazione sembra ripetersi. Il problema è tornato proprio mentre le temperature iniziano a salire sensibilmente e l’estate si può dire oramai iniziata. Stavolta, oltre al disagio in sé, pesa anche il caldo, che rende ancora più difficile fare a meno di un servizio essenziale.

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«Domenica arrivava poca acqua – racconta la signora Lo Bianco – ma da ieri siamo proprio senza. Non posso lavare i miei figli e con queste temperature non è possibile vivere in tali condizioni. Mio marito è dovuto andare sotto il sole a riempire i bidoni, e parliamo di una persona che si alza ogni giorno alle cinque per andare a lavorare. È la stessa situazione di qualche mese fa. Ho chiamato alcuni consiglieri, mi hanno detto che sarebbero intervenuti con degli operai, ma non ho visto nessuno».

Lo sfogo della cittadina tocca anche il nodo delle responsabilità, con un riferimento diretto alle parole dell’amministrazione comunale nei mesi passati: «Se prima il sindaco diceva che la colpa era della Redel (la ditta impegnata in lavori nel rione Carmine che avrebbero determinato il problema a febbraio, ndr), adesso di chi è? Andrò a stare in Comune, perché il Comune è nostro, si chiama casa comunale. Resterò lì finché il problema non sarà risolto. Possono anche chiamare le forze dell’ordine, ma non si può andare avanti così».

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Dal Comune, intanto, arrivano rassicurazioni. A parlare è il consigliere comunale Francesco Colelli, che prova a gettare acqua – almeno metaforicamente – sul fuoco della protesta. Il problema, rinvenuto dagli operai giunti sul posto, dice, è tecnico: una questione di pressione idrica, le cui cause sarebbero da attribuire a Sorical, la società che gestisce il servizio idrico regionale. «Il guasto dovrebbe essere risolto già domani mattina», assicura Colelli.

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