Esplode il focolaio di Piscopio: i casi positivi diventano 210
Incremento di 90 unità rispetto al dato reso noto questa mattina dal sindaco Limardo. A Fabrizia, altra zona rossa, i contagi salgono a 39 ma lo screening è incredibilmente fermo
Un incremento che fa paura. Ben 90 nuovi casi emersi dai tamponi processati quest’oggi nell’ambito dello screening avviato sulla popolazione di Piscopio, già dichiarata zona rossa con ordinanza del presidente della Regione. Numeri che crescono di ora in ora man mano che i laboratori smaltiscono i test provenienti dalla frazione di Vibo Valentia. Sono ora 210 i casi positivi (tra loro ci sono anche una decina di bambini) che si registrano nel piccolo centro abitato e la preoccupazione rimane evidentemente altissima anche in attesa del responso dei tamponi effettuati quest’oggi direttamente in loco, che potrebbe far lievitare ulteriormente il dato. La sensazione, al di là delle criticità che si sono registrate nel corso del primo step dello screening e delle polemiche politiche che ne sono seguite, è che la situazione sia completamente sfuggita di mano a causa di comportamenti superficiali e di una certa leggerezza nell’osservanza delle regole nei giorni a ridosso del Natale. Un concetto che è stato chiaramente espresso anche dal primo cittadino di Vibo Maria Limardo stamane in Consiglio comunale quando ha affermato che «a monte ci sono stati atteggiamenti non del tutto aderenti alle regole. Atteggiamenti superficiali – ha ribadito – e inaccettabili».
A Fabrizia tamponi fermi da giorni
Nell’altra zona rossa del Vibonese, Fabrizia, sale nel frattempo a 39 il numero delle persone positive al coronavirus. Il dato emerge a seguito dell’analisi dei tamponi che, riguardo questo centro, procede incredibilmente a rilento. Appena 49 i tamponi molecolari eseguiti e che hanno dato esito positivo, come detto, in 39 casi, negativo in 7 ma si attende ancora il responso di altri 3 tamponi. Il sindaco Francesco Fazio dai social continua ad invitare alla prudenza e al rispetto delle regole ma salta evidente all’occhio l’assenza di una chiara strategia di screening da parte delle autorità sanitarie competenti, visto che da diversi giorni non viene dato conto dell’esecuzione di nuovi tamponi molecolari nonostante il paese sia stato dichiarato zona rossa.