lunedì,Maggio 13 2024

Capistrano candidata a Capitale italiana della cultura 2024: ecco il progetto

Trasmesso al Ministero il dossier che illustra idee e proposte per la corsa all'ambito titolo. Al centro, gli affreschi del pittore francese Renoir nella chiesa matrice

Capistrano candidata a Capitale italiana della cultura 2024: ecco il progetto
Veduta su Capistrano

Capistrano ha ufficialmente inviato la sua candidatura per Capitale italiana della cultura 2024. È tra le 24 città italiane che a luglio scorso avevano risposto presente all’avviso pubblico del Ministero della Cultura ed ora, alla scadenza dei termini fissati, ha trasmesso il suo dossier di candidatura: sessanta pagine che illustrano il progetto e propongono idee ed iniziative e che saranno ora valutate da una giuria composta da sette esperti provenienti dal mondo della cultura, delle arti e della valorizzazione territoriale e turistica. Entro il 18 gennaio saranno selezionati i 10 progetti finalisti, mentre a marzo si avrà la vincitrice – che godrà anche di un finanziamento di un milione di euro per la realizzazione delle attività. [Continua in basso]

Un passo ambizioso quello del piccolo Comune vibonese, con un’iniziativa sostenuta fortemente dall’amministrazione comunale. La candidatura di Capistrano, tra l’altro, vede tra i propri sostenitori noti personaggi provenienti dal mondo del cinema e dello spettacolo. Da Emilio Solfrizzi ad Alessio Boni, da Giuliana De Sio a Debora Caprioglio, fino ad Alessandro Huber. E poi: Pino Quartullo, Gianluca Ramazzotti, Gianni Clementi, Francesca Nunzi, Milena Miconi, Cinzia Berni, Sara Ricci, Manuela Morabito, Francesca Nunzi, Marco Simeoli, Attilio Fontana, Emilio Reggente e Simone Ripa.

Il dossier

Il dossier di Capistrano – realizzato in collaborazione con studiosi, docenti, ricercatori – parte dal tema dello spopolamento: assenza di lavoro e di opportunità negli anni hanno favorito lo svuotarsi del paese, che oggi conta all’incirca mille abitanti e sogna di riscattarsi. Ed ecco che vincere, diventare Capitale italiana della cultura, diventa «l’ultima speranza, l’ultimo baluardo» – si legge nel documento presentato al Ministero – per creare occasioni e futuro soprattutto per i giovani, così che nessuno abbia più necessità o voglia di scappar via. Ma come fare? Il potenziale c’è, si sottolinea nel dossier, e viene anche illustrato con descrizioni e testimonianze fotografiche: dal patrimonio naturale a quello gastronomico; dal patrimonio immateriale fatto di tradizioni e folklore, a quello materiale costituito ad esempio dal borgo fantasma della frazione Nicastrello o dagli affreschi di Pierre-Auguste Renoir nella Chiesa madre. [Continua in basso]

Renoir a Capistrano

Il “Battesimo di Cristo” e, nel riquadro, Renoir

Ed eccoci arrivati al punto forte di tutto il progetto, quello destinato ad attirare maggiore attenzione: il passaggio a Capistrano del pittore francese tra i massimi esponenti dell’Impressionismo. A lui, infatti, sono attribuiti gli affreschi “Il Battesimo di Cristo” e “L’Adorazione dei Magi” (quest’ultimo andato perduto a causa dello stato di abbandono in cui ha versato per anni). Sulla reale o meno presenza del maestro nel piccolo borgo calabrese il dibattito è ancora aperto, tuttavia a suffragare la tesi c’è la biografia di Renoir scritta dal figlio: il pittore durante un soggiorno a Napoli nel 1881 conobbe un prete calabrese che gli parlò così bene della sua terrà da indurlo a visitarla. «In un villaggio di montagna Renoir rifece gli affreschi della chiesa distrutti dall’umidità. “Non mi intendevo molto di affreschi; trovai dal muratore un po’ di polveri colorate. Chissà se hanno retto”», si legge nella biografia, e secondo diversi studiosi quel villaggio di montagna sarebbe proprio Capistrano. Nel 1993 il parroco fece restaurare l’affresco e a quel punto la probabile paternità dell’opera finì sulla stampa nazionale, attirando nel borgo appassionati e critici d’arte da ogni dove – tra di essi anche Vittorio Sgarbi. Nel 2017, poi, arrivò a Capistrano anche Jacques Renoir, nipote del pittore.

Coinvolti gli altri comuni dell’Angitolano

E ora Capistrano punta tutto proprio su quel Battesimo di Cristo, testimone del passaggio di un importante esponente di quella Cultura che si vuole rappresentare a livello nazionale. Eppure, sarebbe una vittoria che il paesino non terrebbe stretta per sé: nel progetto, infatti, si mira ad allargare a tutto il comprensorio dell’Angitolano, che comprende altri otto comuni. Vallelonga, San Nicola da Crissa, Monterosso Calabro, Polia, Francavilla Angitola, Filadelfia, Maierato e Filogaso trovano spazio nel dossier con una descrizione delle proprie peculiarità e soprattutto come “co-protagoniste” in gran parte delle proposte presentate da Capistrano, dal distretto del cibo a quello turistico, fino alla rassegna della canzone popolare e tanto altro ancora. Resta ora solo da aspettare gennaio e vedere se il comune vibonese l’avrà spuntata. In Calabria, sono due i candidati: l’altro è Diamante.

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