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Zungri, le grotte riaprono al pubblico: «Tante prenotazioni, ci auguriamo sia l’anno della rinascita» – Foto

La direttrice del Museo, Pietropaolo: «Il sito sarà tra i luoghi simbolo di un film ispirato alla vita di Gioacchino da Fiore»

Zungri, le grotte riaprono al pubblico: «Tante prenotazioni, ci auguriamo sia l’anno della rinascita» – Foto
Grotte di Zungri, foto dal profilo fb del sito rupestre
I cartelloni promozionali delle Grotte di Zungri

Un sito di grande interesse culturale che consente al visitatore di immergersi nella storia e al contempo della natura. Le grotte di Zungri e il Museo della civiltà contadina riaprono al pubblico sabato 12 marzo. L’insediamento degli Sbariati si sviluppa su un ampio costone roccioso in una località denominata Fossi. Le grotte sono divenute nel tempo attrazione turistica di rilievo in tutta l’area del Poro, valicando i confini regionali. Causa pandemia, il sito nel 2021 ha aperto a luglio. In 5 mesi ha registrato quasi 20mila visitatori. Non solo. Zungri ha ospitato rilevanti manifestazioni dedicate all’archeologo e studioso Achille Solano, e un convegno organizzato dall’ordine degli architetti di Vibo Valentia con la partecipazione Arpacal e alcuni sindaci del comprensorio. [Continua in basso]

Gli studi sull’Insediamento rupestre

L’insediamento inoltre ha accolto tv e testate giornalistiche nazionali, nonché il console generale degli Stati Uniti d’America a Napoli Toddy Avery. «Negli ultimi mesi – ha specificato Caterina Pietropaolo, direttore del Museo, si sono gettate le basi per prossimi studi sull’Insediamento Rupestre sia con l’Unical che con l’Università Mediterranea di Reggio Calabria che dovrebbero essere concretizzati a breve».

L’apertura delle grotte

Le prospettive per il futuro sono positive: «Riceviamo decine di chiamate al giorno. Turisti dall’Estero, scolaresche, gruppi provenienti dalla Sicilia e da ogni angolo d’Italia. C’è vivo interesse, voglia di conoscenza. Per questo motivo in sinergia con il Comune rappresentato dal sindaco Franco Galati, si è optato per la riapertura già da marzo. Dopo questa fase di emergenza, c’è tanto desiderio di normalità, di riconnettersi con la natura e di ritagliarsi momenti di svago. La visita a Zungri – evidenzia Pietropaolo – può rappresentare un’opportunità per apprezzare la nostra storia locale». [Continua in basso]

Zungri in un film

Il 2022 si è inoltre aperto con una grande novità. Le grotte saranno tra i luoghi simbolo della produzione cinematografica “Il Monaco che vinse l’Apocalisse” (titolo internazionale “Joachim and the Apocalypse”) di Jordan River.

L’insediamento è stato inserito tra le location del film: «Le riprese si terranno in primavera e coinvolgeranno anche altri territori calabresi. Il primo sopralluogo è stato effettuato a fine febbraio. Erano presenti – afferma la Pietropaolo- oltre al regista e parte dello staff di produzione, lo scenografo Davide De Stefano (uno dei migliori production designer italiani, ha curato le scenografie di molti film, tra cui “I cavalieri che fecero l’impresa” di Pupi Avati e la recente produzione americana “Voice from the Stone” con Emilia Clarke). L’impatto con le nostre grotte è stato suggestivo e non possiamo che esserne orgogliosi». [Continua in basso]

Il film, ambientato nel XII secolo, è sostenuto da diversi enti, tra cui MiC Ministero della Cultura e Film Commission della Regione Calabria, con l’adesione al progetto del Centro Internazionale di Studi Gioachimiti. Si tratta della prima opera filmica internazionale ispirata alla vita del pensatore ed esegeta biblico nonché fondatore dell’ordine Florense Gioacchino da Fiore.

Diversi i nomi internazionali coinvolti nel progetto, tra cui Vittorio Sodano (nomination Oscar per ‘Apocalypto’ di Mel Gibson e per ‘Il Divo’ di Sorrentino, vincitore di 2 David di Donatello), Gianni Mammolotti (DoP di numerosi film tra cui ‘Francesco’ con Raoul Bova di Soavi, ‘Karol’, ‘Il quarto re’) e gli attori italiani Remo Girone, Francesco Turbanti, Alessandro Haber, nonché l’attore di Hollywood Adrian Paul (già noto come attore protagonista nella serie di successo ‘Highlander’) e l’attore americano Nikolay Moss (vincitore nel 2017 del premio Emmy Award, il più importante premio televisivo a livello internazionale, considerato l’equivalente del premio Oscar per il cinema).

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