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Mileto, dopo i successi di Parma il crocifisso dell’Algardi ritorna a “casa”

La scultura è stata esposta presso il Complesso della Pilotta, nell’ambito della mostra sui Farnese. Da oggi può essere di nuovo ammirata nel Museo statale

Mileto, dopo i successi di Parma il crocifisso dell’Algardi ritorna a “casa”

È ritornato a “casa” il crocifisso eburneo attribuito al grande maestro bolognese Alessandro Algardi. La preziosa scultura del 1600 era partita nel marzo scorso alla volta di Parma, per essere esposta e ammirata, insieme ad altri 300 capolavori provenienti da tutto il mondo, alla prestigiosa mostra “I Farnese. Architettura, arte, potere”, patrocinata dal Ministero della Cultura e svoltasi fino allo scorso mese di luglio presso il Complesso monumentale della Pilotta. Dopo il successo e il grande apprezzamento ottenuto in Emilia Romagna, nelle scorse ore l’opera in avorio è ritornata nella “sua” Mileto, nella sala del Museo statale dove dal 1997 è allocata. La sistemazione nell’apposita bacheca è avvenuta dopo un necessario intervento di check up conservativo del manufatto, predisposto dal direttore Maurizio Cannatà. «La minuziosa resa dei particolari – si legge in un post della struttura, afferente alla Direzione regionale Musei Calabria – l’altissima qualità del modellato anatomico, la sorprendente plasticità del panneggio del Cristo che conquista lo spazio, la straordinaria lucentezza dell’avorio, elementi di matrice classica che si uniscono a suggestioni manieristiche e barocche, difronte al Crocefisso in avorio del Museo statale di Mileto si rimane letteralmente incantati. (Continua in basso)

Da alcuni attribuito addirittura a Michelangelo o al Bernini – si aggiunge – il prezioso crocefisso eburneo è con ogni probabilità opera di Alessandro Algardi, scultore di matrice classica tra i più importanti del seicento romano. Giunse a Mileto nel 1851, al seguito del vescovo Filippo Mincione, dopo essere stato donato a monsignor Angelo Porta dallo stesso Re di Napoli Ferdinando IV. Raffigura un Cristo ‘vivente’, iconografia riaffermatasi nella seconda metà del ‘500 all’indomani del Concilio di Trento, che vede il Salvatore rappresentato vittorioso sulla morte, con gli occhi rivolti al Padre e le braccia distese ad accogliere a sé l’intera Umanità. L’opera torna oggi a casa – si sottolinea in conclusione – per essere nuovamente ammirata nella sala a Lui riservata all’interno del palazzo vescovile voluto da monsignor Enrico Capece Minutolo all’indomani del terremoto del 1783, dopo aver parlato del Museo statale di Mileto ai tantissimi visitatori della Mostra, dal 18 marzo al 31 luglio. Bentornato a casa!» Non è la prima volta che il capolavoro dell’Algardi viene richiesto per prestigiosi eventi culturali. Negli anni ha fatto parte di grandi mostre in Italia e all’estero, in ultimo in Brasile e, appunto, a Parma.

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