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Mileto, svelato un documento inedito sull’abitato dell’antica capitale normanna

A farlo è stato il direttore dell’Archivio diocesano e di Milesia monsignor Ramondino, nel corso del convegno su “Mileto antica e i normanni in Calabria”

Mileto, svelato un documento inedito sull’abitato dell’antica capitale normanna

Interessante convegno su “Mileto antica e i normanni in Calabria“. L’evento, organizzato dal Comune e dall’associazione Accademia Milesia nella  “Casa della Cultura” – in collaborazione con l’Archivio storico diocesano e altre realtà regionali – ha visto la presenza di un pubblico numeroso. Dopo i saluti del sindaco Salvatore Fortunato Giordano e del vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, monsignor Attilio Nostro, l’incontro è proseguito con gli interventi dei vari relatori. Un salutare momento di approfondimento e di confronto, nel corso del quale sono emersi diversi spunti d’interesse e alcune notizie inedite sulla città, nell’anno mille eretta da Ruggero I d’Altavilla a capitale della propria contea normanna. In questo contesto, il direttore dell’Asd e presidente della Milesia, monsignor Filippo Ramondino, nel corso del suo intervento su “Il 5 febbraio 1783: il dies irae” ha svelato l’esistenza di un prezioso appunto recuperato e ricopiato dal canonico Francesco Pititto agli inizi del XX secolo. La cosiddetta “Pianta Giudiziaria”, redatta qualche anno prima del 1767, «che permette di conoscere luoghi e misure precisi degli edifici esistenti nella zona del vescovado, nel sito normanno abbandonato dopo il terremoto del 1783». Il documento è stato recentemente ritrovato dalla studiosa Concetta Di Bella (tra l’altro intervenuta al convegno sul tema “I memorialisti del ‘700. Calcagni, Piperni e Napolione: tre storie a confronto”) durante la fase di riordino del carteggio e della biblioteca di monsignor Pititto conservati in Archivio.

Tra i contributi quello dell’archeologo, trapiantato in Germania, Luigi Corrado, il quale, da nipote dell’appassionato di storia patria Luigi Polistena, ha focalizzato l’attenzione sulla collezione di famiglia donata al locale Museo statale, nel rispetto del desiderio del nonno «che tanto si prodigò affinché la memoria, la storia e la bellezza del nostro territorio non andasse perduta, svolgendo un ruolo importante nella formazione della raccolta di svariati reperti storico-artistici». L’attuale direttore tecnico e scientifico di scavo presso “Büro für Archäologie Neupert, Kozik und Simm”, alla luce di alcuni ritrovamenti avvenuti nella nuova Mileto decenni fa, ha poi avanzato l’ipotesi di una presenza romana nell’attuale sito, «considerando che la Statale 18 ricalca il percorso della via Popilia e che nel 1939 vennero ritrovati i resti di una villa nei pressi della chiesa di Sant’Antonio. È possibile pensare ad una villa rustica che col passare del tempo si è evoluta in un piccolo insediamento. L’abitato – ha aggiunto – si poteva estendere dalla zona di Sant’Antonio fino all’altezza della Cattedrale, seguito, subito fuori in direzione sud-est, da una tipica necropoli ai margini della strada. Da qui l’esigenza, dove possibile, d’indagare l’area della nuova Mileto, che alla luce di questi ritrovamenti potrebbe riservare molte sorprese».

Al convegno ha dato il suo valido apporto anche l’archeologo Francesco Cuteri, artefice di una serie di scavi «in un insediamento normanno di grande interesse e che non finisce mai di stupire». Lo studioso, soffermandosi sul “Tesoro della Cattedrale e sui primi scavi nella distrutta Mileto” e attingendo ad alcuni antichi documenti, ha raccontato episodi, drammi e tragedie umane, sociali e archeologiche vissuti in quei concitati momenti dai miletesi, in seguito agli eventi tellurici del 1783. Di Parco archeologico e delle sue prospettive di sviluppo ha poi parlato l’archeologo Manuel Zinnà, membro dell’ente gestore “Mnemosyne”. Hanno completato il quadro le altrettanto valide relazioni degli studiosi Marilisa Morrone (Il riuso nella Mileto antica e moderna) e Vincenzo Naymo (Le pergamene dell’Archivio storico diocesano di Mileto), del musicologo Luigi Abbruzzo (I normanni in Italia meridionale: una inconsapevole rivoluzione musicale) e della socia della Milesia Giulia Fresca (Le istituzioni civiche di Mileto tra il ‘600 e il ‘700). Nel corso del convegno è stato letto anche uno stralcio della relazione sul tema “Mileto dall’età normanno-sveva alla dominazione angioina”, inviata dal vescovo emerito, monsignor Luigi Renzo. Documento da cui si evince, tra l’altro, che Mileto, «pur avendo vissuto il suo zenith di gloria al tempo dei Normanni, di fatto andò affermandosi concretamente proprio durante la dominazione angioina».

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