Parco a Vibo Marina, affondo del M5S: «Progetto farlocco e poi si avvicinano le regionali»
Il capogruppo al Comune Santoro: «Chi lo ha ideato tende ad ergersi come il salvatore della “patria” e quindi ha mire politiche e non economiche»
«A Vibo Valentia continua la sindrome dell’annuncio, con cui si pensa di conquistare qualche voto politico tra i sempre presenti creduloni». Non le manda certamente a dire Domenico Santoro, capogruppo consiliare del Movimento 5 Stelle al Comune di Vibo Valentia. Sul banco degli imputati finisce il Parco polivalente di Vibo Marina che, per l’interessato, sarebbe una presa in giro, ideata per fini elettorali. L’opera – lo ricordiamo – dovrebbe essere realizzata nell’area dell’ex stabilimento della Italcementi della frazione. La presentazione ufficiale si è svolta mercoledì scorso al 501 hotel da parte di Giuseppe Leonetti, presidente del comitato Eiponieon Venus, di Giuseppe Incarnato, presidente della Igi Investimenti Group, il fondo che ha interamente finanziato il progetto, e di Alfonso Grillo, presidente Eiponieon Project center srl. Il progetto in questione ha, però, già visto da un lato il freno della stessa azienda cementiera di Bergamo, che si è detta «estranea a qualsiasi iniziativa», e, dall’altro, l’intervento della Confasi (Confederazione autonoma sindacati italiani), che ha sollevato più di un dubbio sulla possibile costruzione della struttura. Anche se Grillo ha poi confermato l’intenzione di portare avanti le trattative per acquisire dell’area di Italcementi. E se ciò non sarà possibile – ha aggiunto – «siamo pronti a passare al piano B». [Continua in basso]
Santoro adesso si spinge anche oltre. E spiega: «Si avvicinano le elezioni regionali e come al solito si vedono progetti bellissimi, opere fantasmagoriche: oltre 200 milioni per il Parco del cementificio, 185 milioni per il Piano delle opere pubbliche del Comune, che puntualmente spariscono dopo le elezioni. Nel passato – ricorda il consigliere di opposizione – si è passati dall’annuncio di mille posti di lavoro con domanda immediata ai tanti “alternativi” progetti turistici. In genere si tratta di progetti spezzatino, senza un costrutto generale, per una città ancora incivile (vedi spazzatura e acqua) che cerca disperatamente una sua normalità».
Il Parco dell’ex cementificio
«Il progetto – precisa Santoro -, se vero, sarebbe un buon catalizzatore economico e fisico, dalla giusta collocazione, ma tutto fa pendere la bilancia a fare credere che sia farlocco, poiché economicamente non è modulato a step come solitamente lo sono questi mega progetti. È un progetto antagonista perché non ha il permesso del proprietario del terreno. Non ha i soldi perché vuole i denari pubblici del Piano nazionale di rinascita e resilienza governativo. E per finire è alternativo alla politica vibonese, sia di maggioranza che di minoranza. Pertanto – questa l’accusa del capogruppo – chi lo ha ideato tende ad ergersi come il salvatore della “Patria” e quindi ha mire politiche e non economiche». [Continua in basso]
La città si merita di più
Quasi indignato, Santoro precisa che «ci sono progetti buoni, con pochi costi già finanziati dal governo Conte, come la ciclovia, che non vedono mai la luce, ma ci sono anche progetti cattivi poiché dannosi, come il nuovo mercato agricolo di Moderata Durant, che svuoterebbe il quartiere centro storico già in crisi».
I grandi catalizzatori
Dunque, la città capoluogo, «per i suoi obiettivi nobili di città turismo e di cultura», a giudizio del capogruppo consiliare, «ha bisogno di abbandonare lo spezzatino dei piccoli progetti ed abbracciare la politica dei grandi catalizzatori, vedi l’esempio del museo d’Arte di Bilbao spagnolo, che ora produce otto milioni di turisti ogni anno. Un tale progetto – afferma convinto Santoro – è possibile inserire nei progetti di sviluppo, per fare ciò occorre essere molto trasparenti. Trasparenza che, ripeto ancora, a questa amministrazione manca, perché molte volte non pubblica nemmeno i progetti che approva». [Continua in basso]
La situazione ambientale
Avviandosi alla conclusione, il consigliere del Movimento 5 Stelle non manca di evidenziare che «Vibo Valentia è stata martorizzata dall’accettare scempi ambientali in cambio di lavoro, vedi il cementificio, il San Leonardo, i torrenti tombati, il mare sporco, ecc. Oggi – ecco il monito finale di Santoro – questa condizione deve sparire, i cittadini non devono avere lavoro e contemporaneamente qualità ambientale».
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