domenica,Aprile 28 2024

Emergenza cinghiali, Confagricoltura: «Sì all’intervento dell’Esercito»

Il presidente regionale dell'associazione Alberto Statti: «Sono a rischio non solo le colture ma anche l'incolumità pubblica»

Emergenza cinghiali, Confagricoltura: «Sì all’intervento dell’Esercito»
Foto di repertorio

«Valutiamo positivamente l’attenzione dimostrata dal commissario straordinario alla Peste suina sfricana Vincenzo Caputo per contenere il diffondersi della malattia tra i capi». Così il presidente di Confagricoltura Calabria, Alberto Statti dopo l’incontro con il commissario Caputo avvenuto nella sede regionale a Catanzaro. «Riteniamo particolarmente utile una delle sue iniziative annunciate», aggiunge. «Si tratta dell’utilizzo dell’esercito sui territori anche calabresi – specifica Statti – per ridurre la presenza di cinghiali. Una presenza eccessiva che ormai sta mettendo a rischio non solo le colture e conseguentemente l’economia locale, ma anche l’incolumità pubblica. Si moltiplicano infatti – racconta il leader di Confagricoltura – le segnalazioni di animali che hanno invaso finanche arterie stradali e viadotti in Calabria con evidenti pericoli per la circolazione di mezzi pubblici e privati sempre più a rischio incidenti stradali. Senza contare che l’aggressività dimostrata dai capi diviene elemento di pericolo per i cittadini che hanno la sfortuna di incontrare branchi di cinghiali nel loro percorso». «Sotto questo profilo – aggiunge Statti – la presenza eccessiva di animali può compromettere anche la filiera turistica legata ai percorsi naturalistici dove è sempre più facile imbattersi in cinghiali. Ma l’impatto è rilevante soprattutto per le filiere agricole che subiscono ormai quotidianamente danni consistenti per il passaggio sempre maggiore dei cinghiali su terreni agricoli ed azienda, senza dimenticare il rischio di diffusione delle malattie tra cui la Peste suina di cui questi animali rappresentano i maggiori vettori». «Per questo – conclude Statti – auspichiamo, assieme ad altri provvedimenti, l’impiego immediato degli uomini del nostro esercito per contenere la presenza ormai divenuta “asfissiante” dei cinghiali sui nostri territori».

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