giovedì,Aprile 18 2024

Comune Vibo e short list, gelo da Santacaterina: «Strada obbligata. E andremo avanti»

L’assessore alle Politiche sociali replica alle polemiche e spiega i motivi di tale decisione: «Non è stata una scelta di questa amministrazione o di altre, ma è stata concordata nell’ambito della Conferenza dei sindaci»

Comune Vibo e short list, gelo da Santacaterina: «Strada obbligata. E andremo avanti»
Gli uffici amministrativi dell'assessorato alle Politiche sociali del Comune di Vibo Valentia
L’assessore Rosamaria Santacaterina

«Guardi, lo dico con molta franchezza: quella della formazione di una short list è stata una strada assolutamente obbligata. E andremo avanti anche perché ne condividiamo pienamente i motivi». Parola di Rosamaria Santacaterina. L’assessore alle Politiche sociali al Comune di Vibo Valentia gela, dunque, le speranze (timide, per la verità) di un eventuale ritiro della pratica. A sentire l’interessata non se ne parla proprio. La ragione? Perché si tratta di una decisione che non è stata assunta dall’amministrazione Limardo, ma – come la stessa interessata ripeterà più avanti – concordata, «per cause peraltro ben precise», all’interno della Conferenza dei sindaci. La Santacaterina, insomma, non ci sta a fare passare l’esecutivo del sindaco Maria Limardo come il capro espiatorio di una scelta maturata, invece, in modo concorde con altre amministrazioni e, dunque, affida al nostro giornale una replica ferma e decisa, ma al contempo pacata nei toni, alle polemiche insorte in questi ultimi giorni. Nel mirino, come si ricorderà, la decisione di promuovere una manifestazione di interesse per la formazione di una short list di professionalità esterne a sostegno delle attività dell’Ambito Territoriale di Vibo Valentia, che vengono messe in campo nel Settore delle politiche sociali. Critiche questa volta piovute non solo da parte della minoranza consiliare, ma anche e soprattutto da esponenti della maggioranza di centrodestra, i quali hanno messo pesantemente sotto accusa la determina predisposta e firmata lo scorso 14 giugno dalla dirigente Adriana Teti. Di più: in sede di IV commissione Politiche sociali, diversi rappresentanti della maggioranza non hanno esitato a sollecitare anche il ritiro e, quindi, l’annullamento della pratica stessa. [Continua in basso]

Contattata telefonicamente dal Vibonese.it, l’esponente della giunta di Palazzo Luigi Razza ha tuttavia spiegato che l’indirizzo a seguire detta via non è stato deciso in solitudine, ma è giunto direttamente dalla Conferenza dei sindaci al termine della riunione dello scorso 1 giugno. «E noi – aggiunge l’assessore – ci siamo semplicemente adeguati, non comprendo perché non avremmo dovuto farlo, anche perché le ragioni sono molto motivate». Questa volta si cercano soprattutto assistenti sociali, amministrativi, educatori e psicologi da inserire all’interno degli assessorati alle Politiche sociali di tutti i Comuni del territorio provinciale che fanno parte del Distretto socio-assistenziale di Vibo, di cui Palazzo Razza è l’ente capofila, a cui spetta appunto formalizzare decisioni e scelte.

«Poiché molti professionisti che lavorano nei vari Comuni del Vibonese sono in scadenza di contratto – spiega sempre l’assessore della giunta Limardo -, ad esempio a undici assistenti sociali, su 16, questo terminerà il prossimo 30 giugno, e in attesa di predisporre dei bandi pubblici per il reclutamento a tempo determinato di nuovo personale, per i quali non ci vorrà meno di sei mesi, non si poteva correre il rischio di creare un vuoto, bisognava rimanere coperti. Da qui la decisione, ripeto del massimo organismo provinciale in tema di sanità, di selezionare in modo più veloce nuovi professionisti da inserire subito al lavoro. Il tutto, dico ancora, nell’attesa di preparare gli appositi bandi. Non è stata una scelta di questa amministrazione o di altre – ha ribadito in chiusura la titolare delle Politiche sociali del Comune capoluogo -, ma una decisione concordata nell’ambito della Conferenza dei sindaci e finalizzata a garantire proprio quella continuità di un servizio fondamentale e importante per la nostra comunità che, diversamente, sarebbe venuto meno».

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