martedì,Maggio 14 2024

Il Comune di Vibo ricorre contro la Corte dei Conti, il sindaco: «Nessun debito da 19 milioni. Falsità»

Maria Limardo spiega che sul presunto lievitare del disavanzo non esistono determine o delibere. Chiariti anche i motivi che hanno spinto la sua amministrazione a non dichiarare subito il default. Dal primo cittadino respinte pure al mittente le accuse di un uso «allegro» dei Fondi vincolati

Il Comune di Vibo ricorre contro la Corte dei Conti, il sindaco: «Nessun debito da 19 milioni. Falsità»
Il sindaco di Vibo Maria Limardo

Lungo, lunghissimo l’intervento del sindaco di Vibo Valentia Maria Limardo quest’oggi in conferenza stampa, convocata nella sala consiliare del Comune per illustrare ai giornalisti i motivi che hanno convinto l’amministrazione a impugnare alle Sezioni riunite della Corte dei Conti la delibera della magistratura contabile regionale che ha bocciato il Piano di riequilibrio finanziario e aperto per l’ente la seconda procedura di dissesto della sua storia. Per il primo cittadino è stata proprio la lettura di questa delibera a dare «la stura ad una serie di affermazioni che io definirei imprudenti o quantomeno apodittiche, perché sono state fatte delle affermazioni a cuor leggero su un lavoro che è durato due anni e mezzo e si è un po’ forse parlato per slogan». [Continua in basso]

Solo il tentativo di fare evitare alla città un secondo dissesto

Per il capo dell’amministrazione, quindi, le cose principali sulle quali si è soffermato il dibattito pubblico di questi ultimi giorni possono essere così riassunte: intanto – ha spiegato Maria Limardo – che «è stato prodotto un ulteriore debito di ben 19 milioni di euro in soli due anni. Questa affermazione è completamente falsa, inesistente. Poi si è aggiunto che sono stati persi due anni perché il dissesto andava dichiarato prima. Voglio ricordare il fatto che ancora non è intervenuta la dichiarazione di dissesto, perché pensiamo di fare ricorso alle Sezioni riunite, convinti come siamo di alcuni errori nei quali è incorsa la Corte, errori di valutazione, errori di analisi, errori di mancato confronto con alcuni dati importanti che noi avevamo trasmesso».

E, quindi, l’amministrazione Limardo intende «chiedere alle Sezioni riunite di esaminare e rivedere non soltanto la delibera della Corte dei Conti ma anche tutte le nostre controdeduzioni. Perché – ha precisato il primo cittadino – non è vero che si sono persi due anni e che il dissesto andava dichiarato prima. A questa affermazione io rispondo con una domanda anzi con un’altra affermazione: se noi avessimo dichiarato il dissesto nel momento in cui ci siamo insediati, certamente saremmo partiti da una base molto più facile perché si partiva da zero, zero entrate e zero uscite, era da lì lo spartiacque per questa amministrazione. Noi da lì partivamo, il dissesto, tutto quello che veniva prima di noi, da ora in poi questo noi siamo. In realtà – ha detto sempre il sindaco – noi abbiamo lottato con le unghie e con i denti, e lotteremo ancora presso le Sezioni riunite, per sottrarre la città al dissesto perché siamo conviti di non meritarlo. Di non meritarlo non solo e non tanto alla luce delle risultanze finanziare e contabili e dei risultati economico-finanziari, ma di non meritarlo proprio e soprattutto sulla base di un risultato di amministrazione che la Corte dei Conti dà come migliorato, con trend di miglioramento negli ultimi anni». [Continua in basso]

Il primo cittadino ha, quindi, invitato a leggere bene le tabelle riportate dalla Corte dei Conti, in quanto «c’è un miglioramento riportato dalla stessa Corte. E poi non abbiamo perso due anni, se noi avessimo dichiarato il dissesto nel momento in cui ci siamo insediati certamente questa città non avrebbe potuto godere dei 12 milioni di euro a fondo perduto che sono pervenuti dallo Stato e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. È evidente che chi è sindaco, chi esercita un ruolo politico ha il dovere di guardare oltre ed ha il dovere di comprendere quali siano i dinamismi che si agitano e che animano anche il dibattito politico di livello nazionale. E noi avevamo compreso che ci sarebbero stati dei risvolti positivi anche per le città che non avrebbero dichiarato il dissesto ed anche questo è il motivo per il quale noi facciamo ricorso alle Sezioni riunite».

Le ragioni dell’uso dei Fondi vincolati

Maria Limardo ha poi ricordato che «altra motivazione o accusa che abbiamo letto sulla stampa è che ci è stato un allegro utilizzo dei Fondi vincolati. Ricordo a me stessa che se non si utilizzano i Fondi vincolati si deve utilizzare l’anticipazione di tesoreria. Se si utilizza l’anticipazione di tesoreria è come se in famiglia utilizzassi il fido, ed evidentemente pago gli interessi se utilizzo i Fondi vincolati non pago nessun interesse perché quei fondi sono i miei purché poi li ricostituisca». [Continua in basso]

Nessun ulteriore debito di 19 milioni

Tornando al debito dei 19 milioni di euro che sarebbe lievitato in soli due anni, la Limardo ha ribadito che l’affermazione «è falsa, perché una tale cifra di debito in soli due anni significano o opere all’esterno, che non ci sono, e non si vedono o spese pazze o indebitamento dell’ente, ma è tutto prodotto con determine e delibere e da queste, per come sono state pubblicate nel corso di questi due anni e mezzo, non si evince un debito prodotto da questa amministrazione di 19 milioni di euro. Perché 19 milioni non sono un dato reale ma un dato finanziario. Non bisogna dimenticare che il bilancio del Comune non è come il bilancio di casa propria: il bilancio del Comune è qualcosa di molto più complesso, ed è qualcosa che ha a che fare con la matematica finanziaria che è materia riservata per pochi eletti. Ma se dovessi guardarla sul dato della realtà non è possibile che questa amministrazione abbia prodotto 19 milioni di euro».

Il primo inquilino di Palazzo Luigi Razza ha ribadito ancora che «non ci sono determine e delibere e quindi non esistono sul piano reale. E non esiste sul piano della matematica finanziaria alla quale il Comune deve fare necessariamente riferimento. È vero che ad un certo punto nella pagina 37 della delibera della Corte dei Conti si legge che “nel 2020 l’amministrazione ha registrato un ulteriore deficit di 19 milioni”. Però, non si tengono in conto alcuni dati ed è per questo che ci rivolgeremo alle Sezioni riunite. Infatti la Corte registra un trend crescente. Per comprendere da cosa sono composti questi 19 milioni, bisogna capire che il bilancio è condizionato pesantemente da due fondi, il Fondo crediti di dubbia esigibilità e il Fondo contenzioso. Questi due Fondi – ha sottolineato sempre Maria Limardo – sono stati inseriti per fare in modo che la spesa che l’ente produce sia dimensionata sulla reale capacità di bilancio. Cioè il legislatore dice che in questi due Fondi bisogna pensare che non tutti i crediti sono effettivamente esigibili».

Per il sindaco, dunque, «un’amministrazione deve essere prudente e pensare che più è alto il fondo di dubbia esigibilità, minore è la capacità di spesa, così come il fondo contenzioso. Praticamente condizionano la spesa, e si tratta di parametrare la spesa sulle effettive capacità. Nel 2018 i due Fondi sono stati sottostimati. Noi abbiamo adeguato questi due Fondi, facendoli lievitare. Ne è venuto fuori un risultato che è apparentemente peggiorativo ed è stimato in questi 19 milioni, ma che in realtà solo una emersione di fatti che già esistevano e che noi abbiamo fatto venire fuori. Se negli anni precedenti questi due fondi non fossero stati sottostimati, e se fossero stati valutati per ciò che realmente erano, oggi – ha concluso Maria Limardo – non ci saremmo trovati in queste condizioni».

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