martedì,Dicembre 3 2024

Caso teatro a Vibo, l’opposizione: «Persa la credibilità della città»

La sospensione delle attività suscita ampio dibattito: «L’edificio non ha ad oggi certificazioni, per cui non poteva e non può riaprire. Perché si è andati a millantare cose inesistenti?»

Caso teatro a Vibo, l’opposizione: «Persa la credibilità della città»
L'interno del teatro di Vibo Valentia

La sospensione degli spettacoli al teatro comunale di Vibo Valentia, al centro del dibattito politico. A prendere la parola anche i consiglieri di minoranza Loredana Pilegi, Elisa Fatelli, Giusy Colloca, Laura Pugliese e Lorenza Scrugli. In particolare dall’opposizione evidenziano: «Quando parliamo di “onore”, solitamente ci rivolgiamo ad una persona, e la persona è quanto più credibile ed affidabile, quanto più è onorevole, e viceversa. E quanto più è onorevole la persona, quanto più gode di stima e rispetto. Se una persona perde l’onore, perde l’essenza stessa del suo essere sociale. Si può estendere questo termine ad una città? Si, lo si può fare. Perché quello che è accaduto in questa città, in riferimento alla storia del teatro, è stato proprio questo: la perdita della credibilità, e quindi dell’onore della città».
I consiglieri spiegano quindi: «Mettiamo in ordine i fatti. La costruzione del teatro passa da 5 amministrazioni (Costa 1, Sammarco, D’Agostino, Costa2 e Limardo) in circa 20 anni, tra alti e bassi, pastoie burocratiche e soldi mancanti (colmati con debiti fuori bilancio nel Costa 2), si giunge finalmente al termine della costruzione fisica. Basta? No non basta. Perché una struttura, qualsiasi essa sia, ha bisogno di una serie di certificazioni di sicurezza, ed altro, che la renda fruibile alla cittadinanza. Su questo, non ci possono essere scorciatoie. Ed a fronte dell’opposizione, che chiedeva carte e garanzie sulla certificazione di sicurezza, si rispondeva che tutto era a posto e si veniva tacciati come gufi. Ed invece, si sono raffazzonate 4 carte, ed il teatro poteva aprire le sue porte, insieme al cuore dei cittadini vibonesi. Con questa premessa “l’amministrazione” prende contatti con professionisti ed addirittura con un prestigioso teatro romano, che ne garantisce il cartellone. Certo, di fronte ad un teatro che apre, a fronte di innumerevoli che chiudono, tutti hanno fatto di tutto, perché questo piccolo miracolo potesse avvenire».
«Invece, alla prima, qualcosa comincia ad andare storto, in sala mancano proprio tutte le istituzioni dello Stato, la cui presenza, avrebbero certificato che tutto era a norma. E così, la loro assenza, manda un messaggio inquietante. Cosa vuol dire? qualcosa non va? Abbiamo dovuto aspettare il comunicato dell’onorevole Bevilacqua (artefice del finanziamento) per cominciare a capirci qualcosa (noi, in realtà, avevamo più di un sospetto e cioè che quelle carte sulla sicurezza, non erano proprio tanto a posto. Il successivo comunicatosi di scuse “dell’amministrazione” (neanche il coraggio di assumersi personalmente le responsabilità), conferma il tutto. L’edificio del teatro, non ha, ad oggi, ancora, certificazioni, per cui non poteva e non può riaprire. Punto! Allora, perché si è andati a millantare, cose inesistenti?
Si sa, le bugie hanno sempre le gambe corte, ma un sindaco non è un bambino che fa una marachella! È tutta la città! E mai, diciamo mai, una città deve perdere la sua onorabilità.
E non c’è campagna elettorale che tenga».

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