Limardo a cuore aperto racconta momenti bui e gioie del suo mandato. Poi si emoziona con l’abbraccio a Mangialavori – VIDEO
Il sindaco uscente di Vibo ha voluto salutare i cittadini in un incontro animato dall’intervista della giornalista del Network LaC Francesca Lagoteta: «Il momento più brutto? Quando da poco insediata al Comune arrivò la Guardia di finanza»
Un addio alla città senza passerelle. Un saluto ai cittadini più che un commiato politico, carico soprattutto di emozione. Il sindaco di Vibo, Maria Limardo, che da qui a qualche giorno lascerà la poltrona di primo cittadino per il passaggio di consegne con chi uscirà vincente dalla tornata elettorale dell’8 e 9 giugno, ha voluto ritagliarsi un piccolo spazio denso di significati umani più che politici. E l’ha fatto nel cortile di Palazzo Gagliardi, dove ha incontrato numerosi cittadini, intervistata dalla giornalista del network LaC Francesca Lagoteta.
«Sono stati 5 anni importanti, bellissimi, entusiasmanti, anche pieni di preoccupazioni ma soprattutto pieni di gioia, la gioia di aver potuto amministrare la bellissima città di Vibo Valentia», ha affermato nell’intervista a Lagoteta, che ha chiesto subito quale sia stata la soddisfazione più grande. «Quella di aver visto il riscatto sociale della mia comunità – ha risposto Limardo -, perché credo che la città oggi abbia una consapevolezza diversa di se stessa, in funzione di quelle trasformazioni urbanistiche che poi sono il viatico per le trasformazioni sociali».
Il maggiore rimpianto è invece legato al rallentamento imposto dalla pandemia: «Se non ci fosse stato quel difficilissimo anno e mezzo del Covid, molte cose sarei riuscita a farle meglio, in maniera più compiuta. Ma tante cose le abbiamo fatte o avviate comunque. Certamente non siamo riusciti a fare tutto e non siamo esenti da critiche, ma di certo io ce l’ho messa tutta, sono andata sempre avanti, non mi sono mai fermata di fronte a nessun ostacolo».
Il momento più buio, invece, ha coinciso con l’arrivo della Guardia di finanza negli uffici del Comune, il 28 ottobre 2019, dopo appena 100 giorni dal suo insediamento: «Sentivo che mi sarebbe caduto il mondo addosso». E poi lo spettro del dissesto: «Diciamo che momenti brutti non sono mancati. Ma la gioia di essere al servizio della propria comunità ha vinto su tutto. Anche quando mi criticavano ero concentrata sulle risposte concrete da dare ai cittadini, che non vogliono giustificazioni o spiegazioni, ma soluzioni. Purtroppo non sempre siamo riusciti a dare tutte le risposte che la città attendeva, però credo che i miei amati concittadini abbiano capito che non ho mai smesso di lavorare per loro».
Infine, un simbolico passaggio di consegne con chi verrà dopo di lei: «Al nuovo sindaco lascio un solco già tracciato e una macchina amministrativa assolutamente funzionante, da tutti i punti di vista, sia quello del personale che quello contabile e burocratico. Abbiamo avviato numerosissime opere pubbliche e il nuovo sindaco avrà soprattutto il grande onore di inaugurare il teatro e la scala mobile».