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Ballottaggio, a Vibo il Pd (regionale) si gioca tutto e Fi teme la battuta d’arresto 

A Gioia e Montalto Uffugo la partita del secondo turno è tutta nel centrodestra. Soltanto all’ombra del Castello Normanno Svevo il Partito democratico può mettere a segno un altro punto dopo il successo a Corigliano Rossano

Ballottaggio, a Vibo il Pd (regionale) si gioca tutto e Fi teme la battuta d’arresto 
Da sinistra, Roberto Cosentino e Enzo Romeo

La posta in gioco a Vibo Valentia non è affatto banale. Si tratta infatti dell’unica città capoluogo finora governata dal centrodestra. Un’eventuale sconfitta, quindi, costituirebbe una pesante battuta d’arresto per Forza Italia, soprattutto se si considera che Vibo è stata a lungo uno dei centri di potere del partito, non fosse altro che per la presenza dell’ex coordinatore regionale del partito, il deputato Giuseppe Mangialavori.

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Ora che l’asse forzista si è spostato verso Reggio, la disfida non ha certo perduto valore. Dopo la vittoria con Stasi a Corigliano Rossano, il centrosinistra ora è a Vibo che concentra le sue forze, visto che negli altri due comuni chiamati al secondo turno ci sarà un derby tutto interno al centrodestra.

A Vibo il centrosinistra ha candidato un suo storico esponente come Enzo Romeo, già presidente della Provincia. Il Pd qui alle amministrative si è fermato al 9,9 che sommato però alla lista civica di Romeo, Centro Studi, fa un bel 18%. È evidente che il pallino della partita di Vibo è tutto nelle mani dei centristi che presentavano come candidato il penalista Francesco Muzzopappa.

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Anche qui quindi torna il tema delle divisioni a destra visto che nella coalizione dell’avvocato figurano partiti che a livello regionale sostengono Occhiuto come Azione e soprattutto Noi Moderati. Qui sta il vero paradosso visto che il partito di Lupi alle Europee ha stretto un accordo organico con Forza Italia arrivando a presentare liste comuni, mentre a Vibo i due partiti si sono contrapposti.

Molto ha pesato poi la strana vicenda di Maria Limardo candidata sfilata poi all’ultimo momento senza una spiegazione chiara. In tutti e tre i casi un centrodestra coeso avrebbe consentito di ottenere vittorie facili, ma nel gioco delle candidature ha pesato lo scarso dialogo fra gli alleati o, se vogliamo, la volontà di predominio di Forza Italia.

Muzzopappa non si è apparentato con nessuno dei due contendenti lasciando i suoi elettori liberi di scegliere. Il penalista però nel dopo voto è stato molto chiaro nel denunciare come in molti utilizzando il voto disgiunto gli abbiano impedito di arrivare al ballottaggio, «scegliendosi così il candidato». Insomma l’aria che tira dalle parti dei centristi non sembra particolarmente favorevole al centrodestra e il Pd ora spera in una vittoria che all’inizio sembrava un miraggio.

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