Ionadi, il sindaco replica a Fialà sulla “fuga” dei segretari: «Cattiveria pura»
Il capogruppo di minoranza aveva espresso critiche ad Arena, addossandogli la responsabilità del cambio di sei segretari comunali nell’arco dei tre anni
Arriva a stretto giro di posta la replica del sindaco di Ionadi Antonio Arena al capogruppo di minoranza Nazzareno Fialà, “reo” di averlo accusato, tra l’altro, di far scappare i sei segretari comunali che nell’arco di questi oltre tre anni di amministrazione si sono succeduti in Municipio. I dubbi che attanagliano il primo cittadino rispetto alle argomentazioni della controparte sono tanti.
Ad esempio, Arena si chiede se le critiche nei suoi confronti siano solo il frutto di «un modo subdolo di esercitare un ruolo di capogruppo di minoranza privo di contenuti politici e basato solo su azioni strumentali e atti temerari nei confronti di chi, ai vari livelli, quotidianamente esercita il proprio ruolo con responsabilità e serietà» O, magari, «l’azione ignobile per creare volutamente un carico di lavoro verso i responsabili di Area, inopportuno e di disturbo programmato con azioni ed esposti continui, finalizzati a bloccare l’andamento della buona macchina amministrativa e al fine di distrarre e intralciare il buon lavoro a beneficio della collettività.
Queste – sottolinea al riguardo il sindaco di Ionadi – sono le domande che oggi mi sto ponendo e si stanno potendo a più livelli istituzionali. Stiano tranquilli e si rassegnino, allora, Fialà e i suoi amici. Il rapporto tra me, la mia maggioranza e i segretari comunali ad oggi intervenuti è stato sempre tranquillo e rispettoso delle proprie mansioni e dei ruoli. Questi funzionari si sono rivelati tutti professionali e corretti, tant’è che alcuni di loro, per la fiducia reciproca che ci ha contraddistinti, risulterebbero bentornati. Ma non vorrei che qualcuno stesse già “lavorando loscamente e alle spalle” e si fosse attivato, o stia per farlo, con “astuzia” per creare condizioni di lavoro non ideali ma solo di disturbo e distruttive. Magari con l’intento di scoraggiare, di concerto con la propria banda, coloro che hanno solo voglia di lavorare legalmente e con trasparenza per il bene collettivo».
Arena su questi dubbi e interrogativi chiede in conclusione alla cittadinanza di darsi una risposta, nella convinzione «che per fare buona politica ci dev’essere onestà intellettuale e capacità personali, non cattiveria pura contro il mondo».