venerdì,Maggio 17 2024

Vibo, sit-in allo Jazzolino contro la riorganizzazione “penalizzante” della rete ospedaliera

All'appuntamento organizzato dall'Osservatorio Civico "Città Attiva Vibo Valentia" hanno aderito numerose associazioni provenienti da tutta la regione. Manifestanti critici nei confronti della classe politica dirigente

Vibo, sit-in allo Jazzolino contro la riorganizzazione “penalizzante” della rete ospedaliera
La manifestazione davanti all'ospedale di Vibo Valentia

Come tutti gli ultimi venerdì di ogni mese, da quasi un semestre, l’Osservatorio Civico “Città Attiva Vibo Valentia” è tornato in piazza per tenere alta l’attenzione sui servizi sanitari nella provincia di Vibo Valentia. E lo ha fatto, per la quinta volta, anche nella mattinata di ieri con l’ormai tradizionale sit-in davanti all’ospedale “Jazzolino”, simbolo di una sanità che a queste latitudini purtroppo continua ad arrancare tra carenze di medici, attrezzature, strutture e con la costruzione del nuovo nosocomio che per ora è rimasta solo su carta nonostante le rassicurazioni che arrivavano nel momento in cui si sollevavano subbi sui lavori. L’ultima manifestazione è stata quindi l’occasione per pretendere una sanità regionale “degna di un popolo civile, perché – hanno spiegato gli organizzatori – siamo diventati  la barzelletta d’Italia”. Chiaramente, l’appello dei manifestanti è alla classe politica “chiamata a fornire risposte alla popolazione”. Al sit-in hanno aderito numerose associazioni: Artigianfamiglia Pizzo, Serra Al Centro, Comitato San Bruno Diritto Difesa alla Salute; Una Sanità per Tutti Parghelia, Calabria sociale Tropea, Movimento 14 Luglio Nicotera, Comitato Pro Casa della Salute Scilla, Casa della Salute Siderno, Comitato 19 Febbraio Oppido Mamertina, Viboresistenti; Unione Sindacale di Base; Proloco Vibo Marina e Centro studi Progetto Vibo.

I manifestanti, con in testa Daniela Primerano, Francesca Guzzo e Vincenzo Neri, hanno visto il supporto anche di gruppi e associazioni della Calabria che non hanno voluto mancare all’appuntamento nel corso del quale sono stati snocciolati i dati contenuti nel Documento di Riorganizzazione della Rete Ospedaliera regionale pubblicato sul Burc del 12 luglio scorso e nel quale vengono indicati i posti letto per 1,000 abitanti. E così, mentre a Catanzaro i posti letto da 4,10 arrivano a 4,57, a Crotone da 3,92 a 4, a Cosenza da 2,61 a 3,32, a Reggio Calabria da 2,71 a 3,18, a Vibo Valentia invece l’incremento si mantiene basso tant’è che si passa da 1,86 a 2,39, dato che “attesta” la provincia quale “fanalino di coda, ben lontano dalle attenzioni di chi dovrebbe preoccuparsi a tutelarci“. Un elemento che, come rilevato dall’Osservatorio pone “il territorio al di sotto dei Lea (i Livelli essenziali di assistenza) che prevedono per l’intera Nazione un minimo di tre posti letto ogni 1.000 abitanti e, pertanto, risulta del tutto  evidente che chi ci governa non ritiene che ci spettino gli stessi trattamenti del resto d’Italia, dove la media dei posti letto è di 5,3 ogni mille abitanti”. Critiche, dunque, sono state rivolte al il Piano di Riordino pensato dal commissario per la Sanità, Roberto Occhiuto che “eccetto la promessa della futura apertura del Pronto soccorso all’ex Azienda Ospedaliera Universitaria Mater Domini e la riapertura del Pronto Soccorso di Cariati con l’Ospedale Vittorio Cosentino che diventa presidio ospedaliero di zona disagiata, non affronta concretamente le pesanti criticità che sono sparse su tutta la regione, ma produce tagli lineari che depotenziano pesantemente tutta la rete ospedaliera periferica. A ciò si aggiunge la circostanza che i reparti pubblici di lunga degenza della regione risultano chiusi, favorendo così le strutture private, destinatarie di accreditamenti”.

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