Medici cubani a Vibo: «Erano destinati al Pronto soccorso, e invece…»
Lo sfogo della dottoressa Marianna Rodolico, da anni nella trincea dello Jazzolino: «Noi considerati medici di serie B»
Continua a far discutere l’arrivo dei medici cubani nei tre presidi ospedalieri del Vibonese. Il nuovo contingente doveva essere collocato anche nei rispettivi Pronto soccorso che da anni soffrono una grave carenza d’organico. Emergenza che nei mesi scorsi è sfociata con una protesta dei camici bianchi stremati dal carico di lavoro. Sanitari costretti a turni massacranti e a volte vittime di aggressioni verbali e fisiche. Ne sa qualcosa Marianna Rodolico, medico del pronto soccorso dello Jazzolino, anche lei finita nel mirino dei familiari di alcuni pazienti. Lei che da anni si batte per restituire dignità allo Jazzolino. Ad innescare la nuova polemica è un lungo post che la dottoressa affida a Facebook e riguarda proprio l’arrivo dei medici d’oltreoceano che «avrebbe dovuto dare supporto al pronto soccorso e invece – scrive – sono stati dislocati nei reparti».
«Una soluzione momentanea – ha rassicurato dal canto suo il direttore del Dipartimento di emergenza Antonio Talesa. Si tratta – ha spiegato – di un periodo di formazione che durerà solo una quindicina di giorni per fare acquisire ai medici cubani maggiori competenze linguistiche e procedurali». Spiegazione che non convince il medico in servizio al Pronto soccorso. «Bisogna che la gente sappia che quel che è normale nel resto del mondo e della Calabria in genere, a Vibo Valentia diventa anomalia», scrive il medico. «Anomalia è che se al pronto soccorso dei 3 presidi vibonesi sono destinati i medici cubani per far fronte al carico di lavoro, come era previsto nei programmi regionali, gli stessi vengono dirottati altrove. Ma la cosa peggiore – prosegue Marianna Rodolico – è che si è fatto credere che i nuovi dottori avessero bisogno di un rodaggio da effettuare nei reparti, prima di essere operativi al pronto soccorso. Viene spontaneo chiedersi perché i medici cubani a Polistena, a Locri ed in altre sedi non hanno avuto bisogno di questo passaggio, forse perché lì nessuno ha voluto testare la cultura dei medici cubani, loro erano destinati nei reparti appositi e lì hanno preso servizio, molti nel pronto soccorso. A Vibo Valentia invece la politica subdola e invidiosa – si legge su Facebook – ha giocato il ruolo dell’accaparrare, se il medico è preparato in modo specialistico, perché lasciarlo al pronto soccorso, se è competente lo teniamo in reparto, se non è conforme al settore lo si spedisce al pronto soccorso! Ebbene, questo dimostra che per i nostri dirigenti, la gente che arriva in Pronto soccorso è di serie B – conclude – e i medici che ci lavorano lo stesso!».
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