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La storia di Briatico e frazioni negli studi universitari dedicati a casolari, calvari e palazzi storici

La campagna di ricognizione archeologica portata avanti dai ricercatori dell’Università di Siena ha messo in luce l’animo antico dei paesi. Il docente universitario Citter: «Emerge un quadro affascinante di un paesaggio intensamente abitato»

La storia di Briatico e frazioni negli studi universitari dedicati a casolari, calvari e palazzi storici

I casolari, i materiali e le tecniche di costruzione. E ancora di edifici storici, opere murarie, i calvari. Ha mostrato i lati nascosti dei paesi, raccontato l’animo antico fortemente legato alla terra e al ciclo delle stagioni, nonché alla religiosità. La campagna di ricognizione archeologica portata avanti dai ricercatori dell’Università di Siena nel territorio di Briatico ha prodotto i primi risultati. Più nel dettaglio, le attività sono state condotte nell’ambito di un accordo quadro fra Comune, le università di Siena, Unical, della Basilicata. Un lavoro che ha portato ricercatori universitari tra le frazioni di San Costantino, Potenzoni, Mandaradoni e San Leo dove si sono concentrati sugli studi dei paesaggi fra medioevo e età contemporanea.  Il resoconto viene fornito da Carlo Citter, professore associato di archeologia cristiana e medievale all’università di Siena: «Ci siamo concentrati sulla mappatura capillare dei casolari (sia abbandonati che ancora abitati) e sul loro rapporto sia con i villaggi attuali che con strutture più antiche che possiamo desumere dalla presenza di frammenti di ceramica sparsa nei campi circostanti».

Casolari, calvari e palazzi storici

 Il professore spiega: «Emerge un quadro affascinante di un paesaggio intensamente abitato: abbiamo oltre 200 casolari oltre ai villaggi anche se non tutti saranno stati abitati nello stesso momento». L’analisi ha riguardato le antiche costruzioni, quelle realizzate con tecnica solo in pietra e quelli mista pietra e laterizi, quelle a pianta semplice e quelle con annessi i materiali nei campi attigui. Gli studi si sono concentrati anche sulla durata dell’insediamento. I casolari sono ormai parte integrante dei panorami del Briaticese e non solo. Furono il cuore pulsante della civiltà contadina e ne raccontano l’evoluzione attraverso i secoli. Una visione nuova che mette in risalto tasselli di storia troppo spesso bistrattati. La presenza dei ricercatori, poi, ha acceso i riflettori anche su strutture tradizionalmente considerate minori, come i calvari. Tramite materiale raccolto, infatti, lo studio ha posto l’attenzione sulla loro collocazione rispetto ai centri abitanti e ai casolari.

Tecniche costruttive

Per quanto concerne le opere murarie e gli edifici storici, poi, sono state valutate le varie tecniche costruttive e distinte in tre sezioni. La prima viene definita “opera mista”, presenta pietre calcaree e granitiche di piccole dimensioni e forma irregolare non disposte su filari orizzontali. E poi abbondante malta. La seconda si caratterizza per i conci calcarei perfettamente squadrati, alternati a regolari e orizzontali corsi di mattoni; nella terza risulta invece un largo utilizzo di laterizi (mattoni) su filari orizzontali, alternato a pietra granitica di piccole e medie dimensioni di forma irregolare. Altro aspetto rilevato concerne i portali con un particolare focus su quelli ancora visibili a Potenzoni, San Costantino e Mandaradoni. Il professor Citter rimarca: «Stiamo cercando di valutare le tecniche costruttive degli edifici, le decorazioni come i portali, ovvero tutti quelli elementi che permettono di valutare lo stato sociale di coloro che vi abitavano. In precedenza- invece abbiamo lavorato molto sulla rete della mobilità».

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