Compie cento anni il monumento ai Caduti di Drapia: sarà protagonista di un omaggio agli emigrati in Argentina
Realizzato nel 1925 con il contributo economico di chi era partito, sarà al centro di un evento ideato da Teofilo Ruffa per celebrare il loro legame con la terra d'origine


Un’emozionante iniziativa sta prendendo forma a Drapia, animata dal desiderio di alcuni cittadini di onorare la memoria dei compaesani emigrati in Argentina e di celebrare il profondo legame che unisce le due terre. L’idea, lanciata qualche mese fa anche sui social da Teofilo Ruffa, giornalista e scrittore del luogo, sta rapidamente raccogliendo adesioni e promette di culminare in un significativo momento di ricordo il prossimo agosto. Il cuore di questa proposta risiede nel Monumento ai Caduti, eretto nel lontano 1925 grazie al contributo dei drapiesi che in Argentina trovavano fortuna e onoravano l’Italia con il loro lavoro. «A distanza di un secolo – ci ha fatto sapere qualche tempo fa lo stesso Ruffa -, si avverte forte il desiderio di rinnovare quel gesto di memoria, estendendolo a tutti coloro che, nel corso degli anni, hanno lasciato Drapia per l’Argentina, portando con sé un pezzo della loro terra d’origine».
La tempistica non è casuale: il mese di agosto vedrà il ritorno a Drapia di numerosi emigrati, residenti in Italia e, si auspica, anche alcuni provenienti direttamente dall’Argentina, creando un’occasione propizia per un incontro collettivo. «L’intenzione – ci ha anticipato Ruffa – è di organizzare un evento semplice ma toccante, in un tardo pomeriggio d’agosto, proprio di fronte al Monumento che rappresenta un simbolo tangibile di questo storico legame». La proposta di Ruffa ha subito trovato terreno fertile in paese, come testimoniato dall’entusiasmo manifestato da una quarantina di persone su un gruppo social dedicato a Drapia e dai numerosi contatti privati. Da qui la necessità di «dare concretezza all’iniziativa, con un incontro pubblico dal titolo evocativo: “Drapia/Argentina – Un filo tenace – Un legame che non si spezza”», ci ha ancora fatto sapere Teofilo Ruffa.
L’obiettivo è quello di «dar vita a un pomeriggio di ricordo e riconoscenza, arricchito da fotografie, documenti e testimonianze che le famiglie drapiesi custodiscono gelosamente». Ogni nucleo familiare, infatti, ha una storia di emigrazione in Argentina da raccontare, un parente, un amico che ha attraversato l’Oceano in cerca di un futuro migliore. L’appello è quindi rivolto a tutti i cittadini di Drapia affinché condividano i propri materiali: vecchie fotografie ingiallite, lettere cariche di nostalgia, biglietti sbiaditi dal tempo. Un invito speciale è «rivolto anche alla comunità drapiese residente in Argentina, affinché – ha sottolineato Ruffa – inviino racconti delle loro esperienze: le difficoltà superate, i successi raggiunti, i ricordi indelebili del borgo natio, le malinconie e il rapporto con la Drapia di oggi». Il materiale raccolto «sarà poi il cuore di un’iniziativa da definire collettivamente». L’idea iniziale di Ruffa è quella di «allestire una mostra, modesta ma significativa, che possa fungere da testimonianza e omaggio a questa storia di migrazione e di legami affettivi». Tuttavia, si auspica un confronto aperto per valutare ulteriori idee e modalità di valorizzazione di questo prezioso patrimonio.
Il tempo per l’organizzazione non manca, ma l’invito è ad «attivarsi fin da subito nella raccolta dei materiali». Entro metà giugno, si è poi saputo, «si farà il punto della situazione per decidere come utilizzare al meglio quanto raccolto e formare un gruppo di lavoro che si dedicherà concretamente all’organizzazione dell’incontro di agosto». Lo stesso Ruffa si è offerto di coordinare l’iniziativa e sta già contattando alcuni drapiesi residenti in Argentina. «Un primo riscontro positivo – ha poi informato sui social il nutrito gruppo di utenti – è giunto da Francisco Ruffa, un docente universitario argentino, pronto a condividere le preziose fotografie dell’archivio paterno. Anche da Milano è arrivato il contributo di Emilio Ruffa, con le immagini del fratello Pasquale, indimenticabile portiere della squadra di calcio di Drapia prima della sua partenza per l’Argentina».
Un’ulteriore spunto di riflessione è stato offerto poi da Laura Ceccarelli che, ricordando come ultimamente molti argentini abbiano fatto richiesta di residenza a Nicotera, ha suggerito di favorire un «riavvicinamento tra le comunità», magari offrendo in «uso temporaneo le case drapiesi ormai disabitate ai discendenti degli emigrati argentini». Un’idea, anche questa, che ha suscitato un certo interesse. «Gli aggiornamenti sulla raccolta dei materiali continuano ad arrivare con entusiasmo – ha in fine fatto sapere Ruffa -. Palmira Muscarello ha inviato dall’Argentina dieci splendide foto di famiglia e un toccante racconto della loro esperienza, mentre da Buenos Aires sono giunte fotografie risalenti a un secolo fa, vere e proprie “chicche” che ritraggono anche il Monumento ai Caduti». L’iniziativa “Drapia/Argentina, un filo tenace, un legame che non si spezza” si preannuncia come un significativo momento di comunità, un’occasione per onorare il passato, celebrare il presente e rafforzare un legame che ha attraversato un secolo di storia e continua a unire Drapia e l’Argentina. L’appello è a partecipare attivamente, condividendo ricordi e offrendo il proprio contributo per rendere questo omaggio il più sentito e partecipato possibile.
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