Operazione Olimpo: 58enne di Ricadi lascia il carcere
Decisione del Tribunale del Riesame di Catanzaro dopo un annullamento con rinvio ad opera della Cassazione. Contestati i reati di associazione a delinquere e tentata estorsione aggravata


Lascia il carcere e passa agli arresti domiciliari Paolo Ripepi, 58 anni, di Ricadi, tratto in arresto nell’operazione Olimpo della Dda di Catanzaro. Questa la decisione del Tribunale del Riesame di Catanzaro nel giudizio conseguente alla sentenza di annullamento della Corte di Cassazione che, accogliendo il ricorso difensivo, aveva disposto un nuovo giudizio di rinvio. Paolo Ripepi, difeso dall’avvocato Giovanni Vecchio, era stato arrestato per il reato di tentata estorsione aggravata in danno dell’imprenditore Vincenzo De Nisi, nonché per essere il promotore di un’associazione per delinquere (semplice) dedita al riciclaggio e alla ricettazione di mezzi agricoli. Hanno così trovato parziale riscontro le richieste difensive – che erano state accolte nel giudizio di legittimità – tese a ottenere la degradazione della misura originariamente disposta e questo in ragione della risalenza delle condotte contestate all’indagato Ripepi, che si arrestavano nell’anno 2018. La distanza temporale tra i reati, benché siano contestate le aggravanti della metodologia e dell’agevolazione mafiosa, ad avviso della difesa rendeva sproporzionata la misura custodiale massima (carcere) perché vi era un “tempo silente” da considerare anche nella scelta della cautela. Il Tribunale del Riesame, recependo il principio di diritto affermato dalla Suprema Corte nella sentenza di annullamento, ha così accolto la richiesta difensiva sostituendo la misura cautelare. Insieme a Paolo Ripepi rispondono della tentata estorsione aggravata in danno dell’imprenditore Vincenzo De Nisi anche gli indagati Diego Mancuso di Limbadi, Davide Surace di Spilinga, Giuseppe Accorinti di Zungri, Costantino Gaudioso di Zungri e Gianfranco La Torre, sindacalista di Ricadi.
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