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Pizzo, la storia della pesca del tonno nel murales dell’artista Sara Curatolo

L’opera inserita nel progetto di ampio respiro “Porte d’artista”. La 25enne racconta: «Racconto la dedizione e il duro lavoro con il quale intere famiglie hanno contribuito a produrre ricchezze e memorie per il paese»

Pizzo, la storia della pesca del tonno nel murales dell’artista Sara Curatolo
L'opera di Sara Curatolo

Un’opera in grado di raccontare il legame di Pizzo con il mare e con la pesca. Storie di uomini, di mestieri tramandati, di un patrimonio culturale da proteggere. Ha ricevuto apprezzamenti l’opera di Sara Curatolo, giovane artista locale che ha realizzato, su un vecchio portone nella città napitina, un dipinto dedicato ai pescatori, inserito nel progetto “Porte d’artista” di Massimo Sirelli. Si tratta, più nel dettaglio, di una iniziativa di Street art che sta portando colore e una ventata di novità nella cittadina costiera. Proprio alcune settimane fa, l’evento il “Sentiero Porte d’artista”, aveva chiamato a raccolta diversi giovani professionisti. Il progetto mira al recupero di porzioni di territorio più isolate, a rischio abbandono e degrado. Proprio per questo, serrande, portoni e finestre, diventano supporti su cui gli artisti intervengono con suggestive opere. Un modo per costruire nuovi percorsi alla scoperta dei borghi calabresi. Il lavoro dedicato alla pesca ha riscosso commenti positivi, da parte di semplici cittadini e anche di artisti navigati che, anche attraverso i social, hanno valorizzato e promosso l’originale opera.

Nata a Vibo Valentia 25 anni fa, Sara Curatolo ha conseguito il diploma al liceo artistico “Colao” di Vibo e la laurea triennale in pittura all’accademia di belle arti di Brera a Milano. Opera nel campo delle arti visive abbracciando diversi media artistici: pittura, disegno digitale, incisione, fotografia: «L’opera – ci spiega- nasce grazie al progetto ‘Porte d’artista’ di Massimo Sirelli con il quale ho avuto preziosissimi confronti al fine di realizzare un murales che racchiudesse la storia della tonnara di Pizzo. Il lavoro – aggiunge – è il frutto di uno studio fatto su foto storiche rappresentanti l’antica lavorazione del tonno al fine di raccontare la dedizione e il duro lavoro con il quale intere famiglie hanno contribuito a produrre ricchezze e memorie per il paese». L’adesione all’iniziativa «per me ha rappresentato un’opportunità di crescita». E non solo: «Il progetto – chiosa la 25enne – mi ha dato modo di arricchire le conoscenze sulla storia del paese ma soprattutto mi ha regalato confronti indispensabili per l’evoluzione dell’opera e del messaggio che vuole comunicare».

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