Comune di Vibo, salario accessorio al personale: le accuse e i sospetti dei sindacati
Articolata nota congiunta della Rsu dell’ente che denuncia passaggi poco chiari sul pagamento degli istituti contrattuali. Mentre c'è ancora da saldare il 2018
«Si era auspicato un intervento della Prefettura per l’ingiustificato ritardo relativo alla liquidazione degli Istituti contrattuali 2018, 2019 e 2020. E grazie al cielo c’è stato. Cosicché, una parte di quanto dovuto al personale è stato liquidato. Ora, però, c’è da chiedersi – a parte anche il ritardo rispetto all’impegno preso dal vertice comunale al Palazzo prefettizio – come mai ancora non sono state liquidate le competenze relative all’anno 2018 e poi, per quale plausibile ragione gli istituti contrattuali (quelli relativi alla Performance per intenderci) 2019 e 2020 sono stati liquidati ai lavoratori con somme di gran lunga inferiori di quelle in realtà spettanti?». È quanto si legge in una lunga e articolata nota stampa, diffusa alle redazioni locali dalla Rsu (Rappresentanza sindacale unitaria) del Comune di Vibo Valentia, sul salario accessorio destinato ai lavoratori. [Continua in basso]
L’accusa
«Quanto accaduto – scrivono i sindacalisti – potrebbe essere giustificato, intanto, dalla voglia di poter dimostrare anche se maldestramente, innanzitutto al prefetto, che l’amministrazione comunale ha mantenuto i suoi impegni per il personale dipendente. Ma non è assolutamente così nella realtà dei fatti se è vero come è vero quanto sopra evidenziato. Ma, cosa di gran lunga assai più grave, – è scritto testualmente nel comunicato – potrebbe esserci un’altra verosimile ragione ad aver cagionato l’ennesima beffa per i dipendenti: l’incompetenza di chi ha gestito questa operazione. Perché altrimenti non si capisce come mai sui capitoli di rilancio espressamente riservati risultino iscritte somme riportate a “residui/reimputate” (e originate, ovviamente, dalla corretta costituzione del Fondo annuale delle risorse decentrate) notevolmente maggiori rispetto a quelle effettivamente pagate al personale. Tant’è che, anche dopo aver liquidato con le determinazioni dirigenziali, numero 925 del 15 luglio scorso e la numero 1045 del 10 agosto scorso, gli anni 2019 e 2020, le “economie” sono ingenti (ben oltre 200mila euro). Si ritiene utile ricordare in proposito – viene rimarcato sempre nella nota stampa -, che dette somme sono originate dalla costituzione del Fondo annuale delle risorse decentrate, approvato dall’organo di governo dell’ente e munito del parere del collegio di revisione economico-finanziario interno, per come disposto dall’articolo 239 del Testo unico degli enti locali».
Il sospetto
Se non fossero queste le ragioni del ritardo e dei completi utilizzi del “fondo” alla base di tutto, a parere dei rappresentanti sindacali unitari di Palazzo Luigi Razza, «potrebbe celarsi un qualcosa di più scaltro: utilizzare buona parte delle somme dovute per legge al personale dell’Ente per fare cassa. Sembrerebbe superfluo, allora, evidenziare che di norma le economie sulle somme previste ed imputate per la contrattazione decentrata di parte stabile non possono essere utilizzate per sanare i conti dell’Ente, a discapito del bistrattato personale, con l’eventuale eliminazione dei residui, in quanto gli importi previsti in bilancio per tale scopo presentano natura di spesa vincolata poiché finanziano attività soggette a scadenza. Pertanto, per non ulteriormente gravare negativamente sulla già pessima figura rimediata che potrebbe avere risvolti indesiderati anche da parte della Corte dei Conti e, soprattutto, per non calpestare più di quanto è stato fatto la dignità del personale rimasto in servizio, sarebbe più razionale che l’Ente provvedesse senza perdere altro tempo ad adottare gli atti integrativi per il pagamento a saldo della “Performance” anni 2019 e 2020 utilizzando, per l’appunto, tutte le somme disponibili riportate a residui e/o reimputate dai precedenti esercizi». [Continua in basso]
La richiesta
In forma compatta la Rsu dell’Ente, dunque, fa sapere che «sta per inoltrare al sindaco, all’assessore al ramo e al dirigente al Personale, formale richiesta di quanto detto anche con la sollecitazione dell’adozione di formale atto di liquidazione della Performance 2018 – che da impegni presi in Prefettura doveva avvenire entro il 31 luglio scorso e il cui ritardo non è più tollerabile – e il riavvio dei negoziati per il corrente anno 2021», chiude il comunicato.