Vibo, Console (FI) al Pd: «Aumento Tari? Crescita dei costi per il conferimento»
Il capogruppo di Forza Italia: «Sarebbe interessante che lo stesso Soriano, piuttosto che lanciare accuse generiche, indicasse un solo debito contratto o imputabile in qualsiasi misura a questa amministrazione o a quelle precedenti»
«Chi fa, chi si occupa di politica, si espone naturalmente al confronto ed alle critiche, soprattutto quando amministra. Ma non si può, però, accettare che una bugia venga ripetuta cento, mille volte, affinché possa divenire una verità. L’ultima posizione espressa dal Pd, è inficiata da tutta una serie d’imprecisione, probabilmente frutto di sola faziosità politica; volendo escludere ogni forma d’improvvisazione sulla natura degli istituti trattati. Un amministratore attento saprebbe che l’aumento della Tari è conseguenza legata all’aumento dei costi di conferimento della spazzatura determinati in sede regionale. Saprebbe anche che le norme contabili vietano la possibilità di risanare i conti attraverso il gettito da riscossione Tari poiché la stessa è destinata esclusivamente a coprire i costi del servizio di raccolta. Servizio che da 4 anni, quindi prima degli aumenti, rimane invariato nel suo costo annuale di 3.488,59 euro». [Continua in basso]
Questo l’incipit della replica che Domenico Console, capogruppo di Forza Italia al Comune di Vibo Valentia, riserva ai consiglieri comunali di minoranza del Pd. L’esponente azzurro evidenzia: «La variabile del costo è riconducibile agli aumenti del servizio di smaltimento e conferimento dei rifiuti nelle discariche, il cui prezzo è esclusiva competenza del titolare del piano rifiuti regionale, dunque della Regione. E mentre da un lato la Regione Calabria decide, per tutti i comuni calabresi, l’aumento dei costi; al contrario di quanto affermato dal prestigioso esponente Pd, questa maggioranza con delibera di Consiglio comunale n. 66 del 30/6/2022 ha destinato l’utilizzo della somma di 370.000.00 euro per la riduzione della tariffa per l’anno in corso sulle utenze non domestiche, attività produttive, quale misura sostegno alla ripresa economica post covid. Ancora più confusione fa il capogruppo Pd – aggiunge – quando imputa l’aumento dell’aliquota irpef ad una scelta di questa amministrazione. L’amministrazione ha scelto di non lasciare incorrere la città in un secondo dissesto ma di provare ad essere ammessa al patto salva città».
L’analisi di Console prosegue: «E così Vibo, insieme a soltanto altre 10 città, è stata ammessa al beneficio ma alle condizioni dettate dal comma 2 dell’art. 43 del d.l. 50/22; L. n.91 del 17/05/2022.
Tra queste l’aumento dell’aliquota irpef, nella misura imposta dal Mef e come tale subita da questa amministrazione che, invece, con delibera di Giunta n. 186 del 19/9/2023 ha provato a proporla in misura più lieve e per redditi di fascia ben più alta rispetto ai redditi di 7.000,00 euro imposti.
Sarebbe interessante, infine, che lo stesso Soriano, piuttosto che lanciare accuse generiche, indicasse un solo debito contratto o imputabile in qualsiasi misura a questa amministrazione o a quelle precedenti, esclusa la spesa per lae messa in sicurezza di via C.Parisi affrontata dalla precedente amministrazione con i requisiti dell’urgenza, così da sconfessare la Corte dei conti che in più riprese ha individuato il periodo d’indebitamento negli anni 2005 e successivi allorquando vennero depauperate le casse comunali delle risorse milionarie relative ai fondi vincolati mai ricostituiti e per i quali mai alcuna misura di ripiano veniva adottata per gli anni di riferimento; periodo in cui le cartelle relative ai tributi comunali non venivano neppure inviate ai contribuenti».
Il forzista fa rilevare: «Vibo ancora oggi resiste alla sciagura di un secondo dissesto, invece ad ogni occasione invocato da chi fa politica coltivando circostanze e presupposti inesistenti, per le scelte politiche dei tagli e di risanamento messe in atto che, inevitabilmente comprimono o ritardano i tempi di risposta per alcuni servizi oggi, ma che consentono di affrontare il prossimo futuro con un’esposizione debitoria minore di ben 20.000.000 euro, incamerati da quest’amministrazione che, senza sperperi, ha utilizzato per la ricostituzione dei fondi vincolati dissipati nel quinquennio ’05/’10, cui si devono aggiungere oltre 4 milioni di accantonamento per tutti i risarcimenti danni, giudizialmente accertati, da espropri ante 2010».
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