lunedì,Maggio 6 2024

Sant’Onofrio, scuola e Unicef insieme contro il cyberbullismo

Positivo incontro con i ragazzi dell’istituto comprensivo. Al centro dell’approfondimento, le insidie di internet e dei social

Sant’Onofrio, scuola e Unicef insieme contro il cyberbullismo

Nelle scorse settimane, si è tenuto nell’Istituto comprensivo di Sant’Onofrio, già scuola amica Unicef, l’incontro tra i ragazzi e alcuni rappresentanti del Comitato provinciale di Vibo Valentia: il presidente e Olp Aurelio Gaetano e l’operatrice dl Servizio civile Carmen Patania. L’incontro, voluto dal dirigente Raffaele Vitale è stato organizzato dalla referente Scuola amica Unicef la docente Anna Primerano. I relatori si sono intrattenuti, nell’aula magna della scuola sec. di Sant’Onofrio, con gli alunni, davvero interessati dalla tematica, presentando il progetto del Servizio civile provinciale “Prevenire il Cyberbullismo! Come educare i giovani ad un uso più consapevole del digitale. Lo scopo, appunto, della giornata era proprio quello di informare dei rischi in cui si incorre non gestendo al meglio i social e di quanto male possano fare le parole. In rete purtroppo è l’aggressività a dominare tra tweet, status, stories. Tanti giovanissimi vivendo in una realtà virtuale, parallela alla vita quotidiana si sentono soli ed emarginati e reagiscono utilizzando Internet come luogo di sfogo per aggredire e ridicolizzare i più sensibili. [Continua in basso]

«Basta poco: messaggi offensivi, sparlare di qualcuno, pubblicare pettegolezzi, commenti crudeli, immagini, filmati che feriscono, offendono, danneggiano la reputazione della vittima che può arrivare anche al suicidio», evidenziano gli operatori. Perché il bullismo è un nemico spesso invisibile che arreca danni a volte irreparabili nella mente, nel cuore e nell’anima degli adolescenti. Il cyberbullismo è una delle forme più gravi di violenza, perché è difficile spesso da intercettare dall’esterno, ciò è dovuto all’uso di modalità come la creazione di falsi profili sui social. Molti, infatti nascondendosi dietro l’anonimato assumono condotte aggressive che magari nella vita reale non commetterebbero.

Questo incontro è stato utile per parlare, confrontarsi, discutere ed approfondire dubbi e conoscenze e ha fatto riflettere circa eventuali reati “inconsapevoli” dei minori, sempre più intrappolati nella rete e sul ruolo attivo e responsabile di ciascuno nella realizzazione di internet come luogo positivo. La parola d’ordine utilizzata nell’incontro è stata proprio empatia, ovvero cercare di immedesimarsi nelle altre persone, immedesimarsi su cosa provano gli altri a subire determinati comportamenti. Se ognuno di noi provasse a mettersi nei panni delle vittime molti atteggiamenti non esisterebbero. I ragazzi dell’Istituto sono stati molto partecipi e interessati all’argomento intervenendo con molteplici domande ricche di curiosità.

Aurelio e Patania, così come gli operatori della scuola, si augurano che da questa giornata ai ragazzi sia rimasta la volontà, da oggi in poi, di empatizzare quanto più possibile tra i pari e di comunicare di più con gli adulti: «Denunciare e non essere passivamente spettatori qualora ci siano situazioni di incomprensioni, imbarazzo, fragilità, o, addirittura, atti di prevaricazione, violenza, bullismo… perché solo le parole, cari ragazzi, si possono far valere i propri diritti. È vero – sottolineano – che i social media sono luoghi virtuali ma è anche vero che le persone che vi si incontrano sono reali, e anche le conseguenze sono reali».

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