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Tropea: il Blues Festival pronto a cambiare nome in “Blu Jazz”, infuriano le polemiche

Uno degli ideatori della storica kermesse musicale che ha permesso di allungare la stagione turistica accusa il sindaco di voler stravolgere la manifestazione. Clima “incandescente” in paese e telenovela destinata a continuare

Tropea: il Blues Festival pronto a cambiare nome in “Blu Jazz”, infuriano le polemiche
Giovanni Macrì

Dal blues al jazz il passo a certe latitudini è davvero breve. Almeno a Tropea ed almeno per la kermesse musicale “Tropea blues Festival” che in questi anni ha dato lustro alla “Perla del Tirreno” aiutando il paese a prolungare la stagione turistica che, altrimenti, era solita morire (o quasi) con la fine del mese di agosto. Un successo strepitoso che ha accompagnato per 17 anni una delle manifestazioni più apprezzate in Calabria anche per la presenza di artisti blues di caratura internazionale. Eppure – salvo ripensamenti e “botte tra orbi” dell’ultima ora – quest’anno la storica kermesse musicale dovrebbe cambiare nome: non più “Tropea Blues Festival”, un marchio distintivo consolidato divenuto un vero e proprio brand, ma “Tropea Blu Jazz”, cioè (stando almeno al nome) un genere musicale diverso, sempre se alle parole – nell’inesistente “Principato” – è ancora lecito attribuire un significato. La volontà del cambio del nome all’evento viene attribuita da Cristian Saturno, uno degli storici organizzatori del “Tropea Blues Festival”, al sindaco di Tropea Giovanni Macrì il quale avrebbe invitato nei giorni scorsi gli operatori turistici locali, i ristoratori e gli albergatori a rendersi disponibili ad ospitare gli artisti della manifestazione (jazz e non più blues) per quattro settimane a partire dal 21 settembre. Il tutto con il Comune pronto a mettere il “cappello” sopra la manifestazione, tanto da cambiare il nome: non più “Tropea Blues Festival”, ma “Tropea Blu jazz”. Non sappiamo in realtà con chi si sia consultato il primo cittadino di Tropea per arrivare ad un cambio del nome (dopo 18 anni) per la kermesse musicale, di certo – da quanto siamo riusciti ad apprendere – non con chi in questi anni ha organizzato con successo l’evento.

Scalfari alla Festa della birra a Santa Domenica

Di sicuro (ma siamo certi il sindaco abbia contezza della cosa avendo girato il mondo e, da ultimo, visitato persino il Giappone) c’è anche il fatto che i due generi musicali – jazz e blues – sono totalmente differenti. Non sappiamo se alla base della decisione del primo cittadino ci sia una sua personale scelta di gusti musicali (gusti personali che dovrebbero lasciare il tempo che trovano) e gli assoli di chitarra tipici del blues non siano allo stesso graditi perché ritenuti troppo “fracassoni” per le sue orecchie e non in linea con quelle “strategie turistiche” messe in campo dalla sua amministrazione comunale che, nei giorni scorsi, si è detta contenta persino di un (eventuale) costo di una pallina di gelato sino a 3,50 euro (non si registra invece il plauso da parte del sindaco di Positano per una simile classifica). Eppure, anche qui gli amministratori comunali dovrebbero mettersi d’accordo – in primis – tra loro, visto che il 29 luglio a Tropea non ha avuto luogo l’esibizione di Katie Bradley – che di fatto avrebbe dovuto costituire un assaggio e un’anteprima del “Tropea Blues Festival” – perché (così ci è stato riferito) avrebbe ostruito il passeggio sul corso, mentre la sera dopo il vicesindaco Roberto Scalfari è stato “immortalato” come presente alla Festa della birra nella vicina Santa Domenica di Ricadi dove la musica sino a notte fonda l’ha fatta (giustamente) da padrona. Sulla volontà di cambiare il nome al “Tropea blues Festival” si registrano intanto sui social alcuni commenti al “vetriolo” contro il sindaco Giovanni Macrì. Apre le “danze” la consigliera comunale di Tropea Nunzia Pensabene (di recente uscita dalla maggioranza): “È la prima volta che un personaggio pubblico – scrive la Pensabene – crea continue telenovelas a puntate. Come finiranno”? Quindi è la volta di Paolo Pecoraro: “Prima il Tropea Cipolla Party con la Tropea Experience, adesso il Tropea Blues Festival con il Tropea Blu Jazz. Cosa c’è che non va, adesso, con il Tropea Blues Festival dopo un’onorata carriera che dura da 18 anni? Quali sono gli elementi – si domanda Pecoraro – che portano ad agire così? Siamo io e Cristian Saturno poco gestibili o, meglio, perché non obbediamo ai tuoi ordini? Non sarebbe meglio che tu facessi il sindaco? Hai così tanto tempo libero?”. Infine, il commento di Alessandro Molinaro che per anni ha gestito il luna park a Tropea ma quest’anno è stato costretto a rinunciarvi perché la presenza delle giostre non è risultata in linea con le “politiche turistiche” volute dal sindaco Giovanni Macrì: “Piena solidarietà a chi sta facendo realmente sapere a tutti chi sia il soggetto in questione, visto che lo stesso dopo 20 anni mi ha negato il permesso di installare il Luna Park all’Isola. Spero vivamente che i tropeani – ha fatto sapere Molinaro – scelgano bene chi votare. Lui vuole solo apparenza, marketing ed essere in prima persona ovunque”. Comunque la si pensi, siamo certi che con le telenovelas in “salsa Principato” siamo ancora solo all’inizio.

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