lunedì,Maggio 6 2024

Nasce il Movimento civico vibonese: «Coinvolgere la comunità nei processi decisionali»

L’intento è quello di favorire il rafforzamento della prevenzione e dell'assistenza sul territorio, attraverso l'integrazione tra i servizi sanitari e sociali nonché il ritorno (e il rilancio) di attività manifatturiere

Nasce il Movimento civico vibonese: «Coinvolgere la comunità nei processi decisionali»
Veduta di Vibo Valentia

Nasce il Movimento civico vibonese. Ne danno comunicazione i costituenti Adelaide Mesiano, Luigi Saeli, Luca Ramondino, Davide Marrella, Michela Telesa, Fabrizio Quattrocchi, Viviano Falbo, Pietro Iaconis, Alberto Coscarella. Una partenza con le idee chiare su come muoversi e, quindi, agire per il futuro della provincia di Vibo Valentia, «al di là degli slogan e dei tanti proclami di questi ultimi anni che lasciano il tempo che trovano e che hanno prodotto ben poca cosa. Vuoi per l’approssimazione che dalle nostre parti regna sovrana, vuoi per la litigiosità che spesso prevale sull’impegno, vuoi per i soliti calcoli politici che non camminano quasi mai con gli interessi della collettività, vuoi per l’assenza di un progetto vero, vuoi per il solito libro dei sogni proposto in ogni occasione con la tecnica ormai collaudata del copia e incolla, vuoi per il ritornello usurato della leggenda di “Vibo, giardino sul mare” che ormai appartiene ad un altro tempo e ad un’altra storia». Il Movimento oltre ad offrire un’analisi sul territorio indica agli addetti ai lavori, alla società civile e agli attori della politica, che «intendono davvero agire con concretezza e autentico spirito di servizio», una base da cui sviluppare «un discorso autenticamente serio con opere fattibili, facendo anche leva su un cambio di mentalità che punti sul superamento degli steccati, dei luoghi comuni, dei piccoli campanilismi e degli interessi di bottega che a queste latitudini hanno sempre avuto corso regolare». Il tutto partendo «dagli indicatori per misurare e migliorare la qualità della vita: ricchezza e consumi, affari e lavoro, ambiente e servizi, demografia, società e salute, giustizia e sicurezza, cultura e tempo libero». Punti questi «da cui partire per costruire e per colmare le storiche carenze strutturali, di cui soffre la nostra realtà», ma anche con il dichiarato intento di favorire «il rafforzamento della prevenzione e dell’assistenza sul territorio, attraverso l’integrazione tra i servizi sanitari e sociali», nonché «per favorire – prendendo come esempio uno dei punti cardine dell’articolato programma il ritorno (e il rilancio) di attività manifatturiere che consentirebbe di offrire opportunità di crescita professionale a un’ampia platea di profili che rientra in quella che a lungo abbiamo chiamato classe media». L’aspetto centrale del programma è il «buongoverno», che deve «permettere alle diverse fasce della popolazione di difendere i propri interessi coinvolgendole nei processi decisionali a livello politico, attraverso magari i Comitati di quartiere» e l’idea «pienamente attuabile – visto le potenzialità che il territorio offre – di una realtà in cui lavoro e offerta culturale, sportiva, ricreativa, sanitaria e formativa siano nelle condizioni, con un lavoro sinergico, di creare le condizioni per un equilibrio quasi perfetto in grado di assicurare ai propri cittadini una quotidianità e una qualità della vita ottimale». Il cammino è avviato. «Noi partiamo- affermano i promotori del progetto – spirito positivo e con l’entusiasmo che è nel nostro dna. Le difficoltà non ci spaventano. Il confronto ci appassiona. Il resto lo costruiremo insieme, giorno dopo giorno, passo dopo passo con la costanza e l’onestà delle nostre idee».

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