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Le comunità di Conidoni e Sciconi accolgono le reliquie del beato don Mottola

Momento di fede nelle due frazioni di Briatico. Accoglienza prevista nei pressi dell’ex scuola di Conidoni, poi processione fino alla chiesa di Sciconi

Le comunità di Conidoni e Sciconi accolgono le reliquie del beato don Mottola

La parrocchia “San Giacomo” di Conidoni, frazione di Briatico accoglie la reliquia del beato don Francesco Mottola. Un momento di fede che lega ancora di più la piccola comunità alla figura del prete degli ultimi. L’arrivo è previsto per il pomeriggio del 9 marzo alle ore 17.00. Come sottolineato dalla parrocchia «si sarà l’accoglienza presso l’ex scuola elementare e successivamente si andrà in processione verso Sciconi, a seguire l’adorazione nella locale chiesa». Domenica unica messa a Sciconi alle ore 10.00.

Chi era don Francesco Mottola

Don Mottola è stato proclamato beato nell’ottobre del 2021. Il suo esempio di amore verso gli emarginati, i bisognosi, è stato un esempio e un faro per la comunità del comprensorio Vibonese. Tant’è che oggi molte associazioni o enti caritatevoli portano avanti la sua opera di sostegno ai più fragili. «Don Mottola – ricorda la parrocchia di Conidoni – nacque a Tropea il 3 gennaio 1901. A 10 anni entrò nel seminario distinguendosi per la sua intelligenza, vivacità e generosità. Nel 1924 venne ordinato sacerdote nella cattedrale di Tropea». La sua azione fu improntata all’aiuto al prossimo, «Ordinato sacerdote ebbe come primo campo di apostolato il seminario e con i suoi giovani andava in cerca dei poveri, degli anziani e degli ammalati che abitavano nei tuguri di Tropea. Svolse il delicato compito di Canonico Penitenziere e man mano che si diffondeva la sua fama di santo confessore accorrevano fedeli di tutti i paesi fin dalle prime ore del mattino. Fu un oratore brillante, ricercato in tutta Italia, riusciva a toccare le corde di ogni cuore». Poi sopraggiunse la malattia: «All’età di 41 anni venne colpito da una paralisi, inizio di un calvario che durerà 27 anni. Limitato nei movimenti e nell’uso della parola continuò l’esercizio di confessore delle anime. La malattia segnò il momento più fecondo della sua vita ma don Mottola continuò a spendersi e a prodigarsi per tutti, fino all’ultimo giorno della sua esistenza».

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