lunedì,Maggio 13 2024

Rinascita Scott, “fuori programma” in udienza fra capo scorta e giornalista

Il tentativo di un carabiniere di redarguire una cronista intenta a scattare una foto in aula fa intervenire lo stesso pm e gli avvocati a difesa del lavoro della stampa

Rinascita Scott, “fuori programma” in udienza fra capo scorta e giornalista

Spiacevole fuori programma oggi all’interno dell’aula di udienza nel corso del maxiprocesso Rinascita Scott. La cronista Alessia Truzzolillo è stata infatti “affrontata” e “redarguita” pesantemente dal capo scorta Alberto Marafioti. Motivo della “contesa”, alcune foto che la giornalista stava scattando al pm di udienza e che, ad avviso del capo scorta, avrebbero ripreso anche lo stesso carabiniere. Da qui l’invito a consegnare il cellulare, l’intimazione a cancellare le foto, il controllo dello stesso telefono da parte del carabiniere (senza alcuna autorizzazione) e l’ordine per la giornalista di seguire il capo scorta in altra stanza per essere lì trattenuta. Una situazione per nulla normale (i giornalisti sono stati autorizzati dal Tribunale a poter scattare foto ed a seguire le udienze) che ha registrato l’intervento dell’avvocato Pino Aloi – presidente della Camera penale di Vibo Valentia – e poi dell’avvocato Giovanni Marafioti che ha reso edotto il Tribunale di quanto accaduto in aula. Colui che esercita la funzione di avvocato è anche un pubblico ufficiale e non possiamo quindi fare a meno di denunciare un piccolo incidente che ha visto coinvolta una rappresentante della stampa per una semplice fotografia fatta in udienza. Nessun allarme può creare un giornalista che scatta una foto e se anche avesse fotografato un agente di scorta c’è modo e modo – ha sottolineato l’avvocato Marafioti – per segnalare ciò che può essere fatto rispetto a ciò che non può essere fatto. Interveniamo quindi come avvocati nella speranza che ciò non si ripeta mai più: primo perché siamo dinanzi ad una donna e secondo perché nessuna norma vieta ai giornalisti di poter scattare foto nell’aula di udienza”. L’accaduto è stato condannato anche dall’Unci Calabria (Unione nazionale cronisti italiani) presieduta da Michele Albanese.
A riportare la calma è intervenuto – prima e durante la ripresa dell’udienza – anche lo stesso pm della Dda di Catanzaro, Antonio De Bernardo, che ha ribadito a nome dell’intera Procura distrettuale il massimo rispetto che l’ufficio nutre per il lavoro di tutti i giornalisti, al pari di tutti gli altri carabinieri e poliziotti impegnati in aula (e fuori dall’aula) in un prezioso servizio d’ordine. In serata il comando provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria a seguito di quanto accaduto in aula ha deciso di destinare il carabiniere Alberto Marafioti ad altro incarico.

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