lunedì,Maggio 6 2024

Chiosco Azzurro e sospensiva del Tar, la nota a metà del Comune di Vibo

L’ente locale interviene sulla vicenda della demolizione dell’immobile di Francolino sorvolando su diverse problematiche sollevate

Chiosco Azzurro e sospensiva del Tar, la nota a metà del Comune di Vibo

«In riferimento alla decisione del Tar Calabria relativamente alla demolizione del Chiosco di Vibo Marina si precisa che il giudice amministrativo ha sospeso l’ordinanza semplicemente perché: “Ritenuto che, impregiudicato l’esame delle questioni di rito e di merito, che debbono essere scrutinate nella più idonea sede di merito, appaia opportuno sospendere l’efficacia dell’ordinanza di demolizione impugnata, stante l’irreversibilità del pregiudizio che discenderebbe dall’esecuzione del provvedimento impugnato, dovendosi dunque mantenere la res adhuc integra fino alla conclusione del giudizio di merito”. E’ quanto spiega in una nota il Comune di Vibo Valentia che sottolinea come il Tar «non ha rilevato nessun vizio di notificazione come riportato da diversi organi di stampa che, probabilmente, sono stati indotti in errore da comunicazione di parte. Infine il sindaco ha chiesto all’avvocatura civica di valutare la possibilità di un’istanza di anticipazione dell’udienza già fissata per il prossimo mese di gennaio». [Continua in basso]

Sin qui la nota del Comune di Vibo Valentia che – almeno per quanto riguarda la nostra testata – sbaglia decisamente indirizzo (e non è neanche la prima volta) quando parla di “induzione in errore” per via di una comunicazione di parte (quella di Francolino). Al Comune di Vibo facciamo notare che siamo soliti scrivere sempre con carte alla mano e nel caso di specie, oltre al comunicato di Francolino (inviato a tutti gli organi di informazione), con l’ordinanza del Tar che abbiamo ben letto. Ben letto soprattutto nel passaggio in cui il ricorrente Francolino avverso l’atto di demolizione del Comune deduce “violazione dell’art. 35 del D.P.R. n. 380/2001 ed eccesso di potere, in quanto il manufatto è stato realizzato in data antecedente al 1967 e dunque non necessitava di titolo abilitativo edilizio, nonché violazione dell’art. 7 e dell’art. 3 l. 241/1990”, mentre il Comune di Vibo resiste deducendo “l’inammissibilità del ricorso, per omessa impugnativa della diffida a demolire notificata il 4.3.2020, nonché la sua infondatezza nel merito”.

Per intanto il Comune, quindi, anziché inviare note per sostenere errori (inesistenti) da parte degli organi di stampa, dovrebbe semplicemente prendere atto che il Tar, allo stato, contrariamente a quanto chiesto dallo stesso Comune, non ha ritenuto inammissibile il ricorso di Francolino – tanto da concedere la sospensiva – e poi prendere atto che, senza la strenua resistenza del Francolino all’atto di demolizione, la “res adhuc” citata dal Tar nella propria ordinanza di sospensiva non sarebbe rimasta integra – come invece impongono i giudici amministrativi – “fino alla conclusione del giudizio di merito”. Il Comune dovrebbe poi prendere atto di aver emesso l’ordinanza di demolizione nel novembre del 2020 (che è cosa diversa dalla diffida a demolire notificata il 4 marzo 2020) e che è proprio tale ordinanza che Francolino ha impugnato al Tar ottenendo ora la sospensiva. Così come il Comune dovrebbe prendere atto che nel maggio scorso (2021), quando si è presentato in “forze” per demolire il Chiosco Azzurro, non è stato in grado di esibire prova dell’avvenuta notifica a Francolino proprio dell’ordinanza di demolizione n.11 emessa nel novembre 2020 ed impugnabile al Tar dal resistente entro 60 giorni. Atteso poi che il Comune di Vibo Valentia ha deciso di inviare tale chiarimento agli organi di stampa, ci saremmo aspettati che lo stesso ente rassicurasse i cittadini anche su quanto denunciato da Francolino e che ripetiamo: esclude il Comune che nel quartiere Pennello di Vibo Marina vi siano immobili abusivi, villini e interi palazzi su cui hanno interessi consiglieri comunali e dirigenti comunali? Esclude il Comune di Vibo Valentia che nei pressi del castello di Vibo e del Sistema bibliotecario vibonese vi siano immobili di proprietà comunale occupati abusivamente? Attendiamo risposta.

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