Zaccanopoli, il medico “virtuale” e il pasticcio dell’utenza scoperta
L'avvocato Giovanna Lo Cane: «L'Asp di Vibo mente sulla carenza di personale. La graduatoria regionale dei medici di base mostra ben altra situazione»
Anche la comunità di Zaccanopoli si ritrova immersa in tutte le difficoltà scaturite dalla carenza di medici di base. L’attuale presenza di un solo medico, in studio due ore al giorno, non basta a coprire l’utenza della piccola comunità. Ma non è affatto una questione di orario di lavoro, bensì di numeri: «Ogni medico di base può avere fino ad un massimo di 1500 pazienti – ha evidenziato l’avvocato Giovanna Lo Cane, residente a Zaccanopoli – e l’attuale dottoressa risulta già in massima lista, sebbene la sua nomina non assorba tutti gli zaccanopolesi. Stessa cosa avviene per l’altro medico di base di cui disponiamo. Essendosi trasferito su Briatico, dove risiede, gestisce gli esigui pazienti che ha a Zaccanopoli in maniera virtuale, comunicando col loro tramite l’applicazione di “WhatsApp” anche per l’invio di ricette mediche». [Continua in basso]
Su questo, precisa la Lo Cane, «va detto che anche questo medico di base attinge al locale bacino d’utenza solamente per coprire i 1500 posti vacanti e non serve, ovviamente, per interno la nostra comunità. Inoltre, le difficoltà oggettive maggiori in tutta questa situazione le affrontano i più anziani che con le nuove tecnologie non hanno sempre dimestichezza o, peggio ancora, non posseggono un cellulare, internet o una e-mail». Quel che porta in evidenza la Lo Cane «è il fatto che nessuno si interessi dei piccoli centri. Il meccanismo che segue l’Asp di Vibo, mentendo sulla carenza di personale poiché la graduatoria regionale dei medici di base mostra ben altra situazione, è quello di nominare ogni tot di tempo due-tre medici di base solo quando essi necessitano di coprire i posti vacanti dei pazienti, ma non tiene conto della copertura totale o meno dei centri abitati. Quindi ci sono sempre e ovunque cittadini sguarniti di medico di famiglia. Spesso sono anziani soli, senza parenti prossimi che possano aiutarli e che, anche in caso di malessere in corso, si vedono costretti a spostarsi con un proprio mezzo anche per 30-40 chilometri. Ecco, questa è la situazione che si vive anche nel mio piccolo centro di Zaccanopoli – ha sottolineato la Lo Cane -, dove per qualsiasi necessità si è costretti a chiamare il 118 che arriva senza medico, poiché questa sembra essere la nuova moda e che, come un taxi, ti trasferisce al Pronto soccorso di Vibo o Tropea. E poi si parla di sovraccarico al pronto soccorso».
Quindi l’avvocato Lo Cane si rivolge al commissario straordinario dell’Asp di Vibo Giuseppe Giuliano e al dirigente sanitario Raffaele Bava: «Questa è l’ennesima vergogna tutta vibonese. Si chiede a lor signori di fare l’interesse dei cittadini, il cui diritto alla salute è un diritto costituzionalmente garantito e violato da dirigenti che non operano per le competenze assunte. In questa terra si sta operando con una selezione naturale, la Calabria si sta estinguendo».
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