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“Cara scuola”, i costi delle famiglie dai libri ai trasporti: «Anche 4mila euro per mantenere due figli»

Ci sono poi le spese per il materiale librario, le gite e i corsi aggiuntivi. A venire incontro, i libri in comodato d’uso e il bonus trasporti. La testimonianza di un genitore: «Mandare un figlio a scuola ha un peso oneroso, anche troppo, per le famiglie»

“Cara scuola”, i costi delle famiglie dai libri ai trasporti: «Anche 4mila euro per mantenere due figli»

Ci sono i libri scolastici ma anche il materiale didattico (quaderni, zaini, astucci, diari, cancelleria) e i costi dei trasporti che variano in base al paese di residenza. Con settembre e il ritorno tra i banchi, le famiglie sono alle prese con spese non indifferenti per consentire ai figli di intraprendere l’anno scolastico e costruire il loro futuro. Cifre che si moltiplicano se in famiglia sono presenti più ragazzi in età scolare. Così si cercano soluzioni, in parte partendo alla ricerca di volumi di seconda mano, in parte accedendo- negli istituti ove presenti e in grado di far fronte alle richieste di tutti- ai sistemi di comodato d’uso. Ma si tratta di un’eccezione, non della regola. I costi più significativi riguardano infatti libri e trasporti specie per i non residenti a Vibo ma nei paesi. Per quanto riguarda i testi scolastici, le spese variano da scuola a scuola. Per esempio, per il Liceo “Berto”, parliamo di cifre vicine ai 450 euro, per il “Capialbi”, ultime classi, circa 300 euro. Per i ragazzi frequentanti l’istituto tecnico per geometri, circa 350 euro. Cifre simili agli studenti dell’Istituto tecnico industriale. Al liceo classico di Tropea, invece, per le classi V ci attestiamo su cifre intorno ai 446 euro, dizionari esclusi. Per chi frequenta il liceo, infatti, è indispensabile poter contare su un buon dizionario di greco e di italiano. Prezzi? Per un “Rocci”, dai 90 ai 120 euro. Stessa cifra per il “Gi”, Montanari. Per il dizionario di latino, il celebre “Il”, prezzi dai 70 euro.

Cara scuola, l’esperienza delle famiglie

Ma qual è l’esperienza diretta delle famiglie? Ne abbiamo parlato con Mariella Epifanio, consigliere comunale a Zambrone ma, in questa circostanza, nel ruolo di mamma di due studenti frequentanti le scuole superiori: «Anni fa, se dovevamo procedere all’acquisto di libri nuovi, non pesava molto sul bilancio familiare. Il costo della vita, il sistema di lavoro più incerto e difficile, mi hanno spinta da cinque anni a questa parte, a mettermi alla ricerca di testi di seconda mano e a rivendere quelli che non servono più ai miei figli. Spendo in media 350-400 euro a testa se compro testi nuovi. Arrivo a spendere anche 100 euro in meno, rimpiazzando qualcosa con libri di seconda mano. Non riesco mai a trovarli tutti e sono costretta ad acquistarli nuovi».

Trasporti

Si sommano poi i costi dei trasporti: «Il bonus trasporti ha aiutato tanto le famiglie. Da Zambrone a Vibo, ogni ragazzo paga 624 euro per anno scolastico. Ho due figli, quindi la cifra è di 1248 euro. Per fortuna ho avuto la possibilità di usufruire del bonus per 6 mesi, ho aggiunto la differenza di 18 euro a figlio», evidenzia. Ma non finisce qui: «Per mantenere i ragazzi bisogna fare i conti anche con l’acquisto di abbigliamento e poi un minimo di paghetta per la colazione. Circa 5 euro a figlio. Facendo un rapido conteggio spendiamo, per ogni figlio, 400 euro di libri (meno 100 euro se troviamo qualcosa di seconda mano), trasporti sui 624 euro (usufruendo del bonus per tutti i mesi scolastici, spenderei solo 180 euro), soldi per colazione e varie circa 800/900 euro. A cui si sono +60 euro di iscrizione che sono facoltativi ma permettono di usufruire di diversi bandi scolastici».

Corsi aggiuntivi e gite scolastiche

Cifre e dati tutt’altro che finiti: «Ci sono poi dei corsi aggiuntivi. Ad esempio per conseguire il B2 di spagnolo, più di 300 euro. Servirà per l’università e in più dà crediti. Certo non è obbligatorio ma incide sulla formazione dei ragazzi, sulla loro valutazione e quindi sul futuro. Stessa cosa per le gite scolastiche, a volte, chiedere ai ragazzi di privarsene non è facile. Molto spesso si tratta di viaggi d’istruzione utili al loro bagaglio culturale. Dire sempre no, per un genitore che vorrebbe il massimo per i propri pargoli, è dura. A conti fatti, per due figli, in un anno scolastico arrivo a spendere più di 3600 euro senza bonus e senza testi di seconda mano. Più di 2500 se riesco a trovare libri di seconda mano e se possiamo contare tutti i mesi sul bonus trasporti». L’analisi è chiara: «Viene fuori che mandare un figlio alla scuola pubblica ha un peso oneroso, anche troppo, per le famiglie. Insostenibile se si pensa ai tanti nuclei già in difficoltà a sbancare il lunario. È ovvio che molte famiglie, specie a queste latitudini, faticano a mantenere i figli a scuola. Il governo e le istituzioni dovrebbero fare molto di più, se non si fanno più figli, le ragioni possono essere tante. Ma il fattore economico – chiosa – è sicuramente un elemento da non sottovalutare».

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