“Com’eri vestita?”: a Vibo la mostra per raccontare le storie di 17 vittime di violenza sessuale -Foto
L’iniziativa a Palazzo Gagliardi su impulso del Comitato pari opportunità dell’Ordine degli avvocati di Vibo Valentia per abbattere la cultura dello stupro
È in occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne”, che il Comitato Pari opportunità dell’ordine degli avvocati di Vibo Valentia, ha inaugurato nella suggestiva cornice di Palazzo Gagliardi, l’allestimento dal titolo: “Com’eri vestita?” La mostra, divulgata per la seconda volta nel Vibonese, ha visto esposti 17 abiti “narranti” le storie reali di 17 donne vittime di violenza sessuale, con lo scopo di stigmatizzare quella cultura ancora diffusa che colpevolizza la vittima di violenza sessuale per il modo in cui era vestita. “Se solo potessimo porre fine agli stupri, semplicemente cambiando vestiti”, questi i versi della poetessa Americana Mary Simmerlyng, ricordati dall’avvocato Gabriella Riga, V. presidente del Comitato pari opportunità, nel corso del suo intervento introduttivo dell’evento.
L’avvocato Riga moderatrice del convegno, organizzato a margine dell’inaugurazione, nell’introdurre i relatori, si è, particolarmente, soffermata sul rischio della vittimizzazione secondaria che sovente coinvolge la persona denunciante, due volte “bersaglio” sia per aver subito l’aggressione fisica e morale, sia per aver dovuto ripercorrere le dolenti vicende personali nelle varie sedi, rischiando di essere additata, in maniera paradossale, come corresponsabile del fatto. Sono seguiti poi i saluti del presidente del Consiglio dell’ordine degli avvocati Francesco De Luca, del sindaco della città Maria Limardo e del segretario del Cpo, Rosalba Polistena che, ha posto l’attenzione sulla “centralità della famiglia nel processo di educazione al rispetto ed all’affettività dei giovani”. Numerosi e di spessore sono stati gli interventi susseguitisi da parte del procuratore Camillo Falvo, del questore Cristiano Tatarelli e della ricercatrice Alessia Tuselli che, in occasione dell’inaugurazione della mostra, hanno posto l’attenzione sugli attuali e sui potenziali strumenti di tutela (prevenzione e cautelari penali) a presidio dei diritti delle vittime di violenza domestica e di genere nonché sugli stereotipi e pregiudizi sessisti ancora connaturati nella società.
“Com’eri vestita? Avevi bevuto? Perché eri da sola? Perché non hai denunciato prima?” Interrogativi a cui, spesso, devono rispondere le donne vittime di molestie e violenze. Capire da dove arrivino certe domande è fondamentale: parlare di cultura dello stupro è il primo passo per disinnescare la violenza contro le donne. Questi, i temi approfonditi dalla Tuselli, ricercatrice presso il Centro di studi interdisciplinare di genere dell’Università di Trento. Appassionato e non solo tecnico l’intervento del procuratore Falvo che si è soffermato sulle novità che verranno introdotte dal nuovo ddl sulla violenza contro le donne, ed ha evidenziato, altresì, come non ci sia legge che possa bastare se il cambiamento non si realizza nella mentalità comune. Ha proseguito il questore Tatarelli, che ha sottolineato l’importanza degli strumenti di prevenzione amministrativa, con particolare attenzione all’istituto dell’ammonimento questorile. Il questore, evidenzia, dati alla mano che solo il 6% degli ammoniti reitera i propri comportamenti illeciti. L’incontro si è concluso con l’intervento dell’avvocato Valeria Cortese, referente della Commissione formazione del Comitato Pari Oìopportunità che, nel ringraziare i partecipanti ricorda ai giovani studenti vibonesi presenti all’evento “che saranno gli uomini e le donne di domani ed è giusto che crescano con una maggiore consapevolezza della parità tra i sessi”. La mostra voluta dal Comitato pari opportunità è iniziata con un convegno con illustri relatori – conclude la presidente Giusi Fanelli – è stata allestita fino alla giornata del 25 novembre, visitata dalla comunità e in particolare dagli studenti delle scuole superiori della Città, con l’obiettivo di svolgere una funzione di sensibilizzazione sul tema contro la violenza, come affermazione quotidiana di una lotta di civiltà per la parità di genere.
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