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Scrigni di biodiversità, viaggio nell’oasi del lago Angitola. Galasso (Wwf): «Luogo unico da tutelare»

Il presidente della sezione vibonese del sodalizio ambientalista: «Ogni anno accogliamo centinaia di visitatori, restano affascinati dalla bellezza di questo sito e dagli animali che ospita»

Scrigni di biodiversità, viaggio nell’oasi del lago Angitola. Galasso (Wwf): «Luogo unico da tutelare»
Il lago dell’Angitola

Uno scrigno di biodiversità unico. Un luogo che accoglie decine di specie animali e una considerevole varietà di piante. L’oasi di protezione della fauna del lago Angitola sorge nel territorio di Maierato e Monterosso Calabro ed è nata ufficialmente nel 1975 con decreto del presidente della Giunta regionale. Un decennio dopo, l’area ha ottenuto (unica in Calabria) il prestigioso riconoscimento di Zona umida di importanza internazionale come habitat per gli uccelli acquatici.

La giornata mondiale della biodiversità

L’Oasi, che non potevamo non omaggiare in occasione della Giornata mondiale dedicata alla biodiversità che si celebra il 22 maggio, si fregia anche di altri due importanti riconoscimenti ovvero “sito di importanza comunitaria” e Zsc, Zona speciale di conservazione. La sua gestione è legata al Wwf e alla delegazione Vibo Valentia-Vallata dello Stilaro che fin dagli anni Ottanta. Risale addirittura al 1984 la prima convenzione stipulata tra la neonata Delegazione regionale del Wwf, affidata a Francesco Bevilacqua, e il Consorzio di bonifica della Piana di Sant’Eufemia che allora, oltre alle opere idrauliche dell’invaso artificiale, gestiva anche il settore forestale dell’oasi di protezione della fauna del Lago Angitola. L’accordo tra i due enti era finalizzato alla conservazione e alla valorizzazione in senso naturalistico dell’area protetta.

L’Oasi Wwf Lago Angitola

L’Oasi si estende per circa 875 ettari e comprende un lago artificiale sul fiume Angitola che offre rifugio a molte specie di uccelli. Il lago artificiale è posto a circa tre chilometri dal mare: «È situato – spiega il presidente della delegazione locale del WWf, Guglielmo Galasso – lungo la rotta di migrazione degli uccelli che in primavera e in autunno attraversano la Penisola. Ci sono specie che scelgono di svernare presso le sponde del lago. Si fermano qui senza proseguire verso l’Africa perché hanno a disposizione cibo e un clima mite». A rendere particolare l’area è anche la varietà di ambienti: «Non solo il lago ma anche il fiume Angitola e il torrente Reschia nonché un breve tratto di palude». Condizioni ideali per tante specie acquatiche e non: l’avifauna annovera oltre 130 esemplari diversi di uccelli tra cui: folaghe, cormorani insieme ad anatre come: germano reale, alzavola, fischione e moriglione, svernano regolarmente nell’invaso. Nei periodi di migrazione vengono anche osservati aironi, limicoli, falchi. Nell’oasi, parte integrante del Parco regionale delle Serre, nidifica anche il variopinto gruccione.

Le visite

La presenza di varie specie rende l’Oasi un luogo magico soprattutto per i piccoli visitatori: «Ogni anno accogliamo scolaresche provenienti dal Vibonese ma anche dalle province di Cosenza, Reggio, Catanzaro. I ragazzi restano affascinati e si dimostrano curiosi nell’osservazione, anche tramite cannocchiali, degli animali che l’area ospita». Fanno tappa al lago Angitola anche numerosi turisti: «È una zona frequentata dagli amanti di trekking e il cammino Kalabria Coast to coast ha incrementato le presenze. Ci capita di incontrare visitatori da ogni angolo del mondo, dalla California, dal Medio Oriente». Il sito è anche meta privilegiata di gruppi di associazioni: «Li accompagniamo nelle visite lungo il percorso e i riscontri sono sempre positivi».

Interventi da realizzare

Un piccolo angolo di paradiso da preservare e anche valorizzare. Su questo aspetto, il presidente Galasso sottolinea: «Se c’è un aspetto da migliorare è sicuramente la vigilanza per evitare episodi di bracconaggio e anche smaltimento illecito di rifiuti o reflui. A tratti, purtroppo, manca la recinzione e questo rappresenta un pericolo». Da recuperare anche uno «stabile, che versa ora in condizioni fatiscenti, per garantire agli ospiti adeguati servizi igienici. Il Parco ha messo a disposizione degli utenti i bagni cosiddetti chimici ma il ripristino della struttura consentirebbe di migliorare l’accoglienza e la funzionalità dell’Oasi».

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