domenica,Aprile 28 2024

Morra al prefetto di Vibo: “Mandi la Commissione di accesso alla Provincia”

Il presidente della Commissione parlamentare antimafia attraverso un Post su Facebook chiede al prefetto Roberta Lulli spiegazioni sul mancato invio di un accesso agli atti per accertare eventuali infiltrazioni mafiose nell’ente alla luce dei «gravissimi fatti» dell’operazione Petrol Mafie dove a giudizio c’è pure il presidente Solano e due suoi cugini (arrestati)

Morra al prefetto di Vibo: “Mandi la Commissione di accesso alla Provincia”
Da sinistra verso destra: Nicola Morra, il prefetto Roberta Lulli, Salvatore Solano ed il cugino Giuseppe D'Amico
Il Post su Facebook di Nicola Morra

Non ci sta il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, rispetto al mancato invio della Commissione di accesso agli atti alla Provincia di Vibo Valentia dopo il rinvio a giudizio del suo presidente, Salvatore Solano, nell’ambito del processo Petrol Mafie. Attraverso un Post pubblicato sulla propria pagina Facebook si rivolge direttamente al prefetto di Vibo Valentia, Roberta Lulli, per chiedere spiegazioni e formulare una serie di interrogativi. [Continua in basso]

Ecco il testo integrale del suo Post:

«Il presidente della Provincia di Vibo Valentia, Salvatore Solano – il 12 giugno scorso rieletto sindaco del Comune di Stefanaconi – dal 20 ottobre 2021 si trova sotto processo essendo stato rinviato a giudizio dal gup distrettuale nell’ambito dell’operazione antimafia denominata Petrol Mafie (nota anche come “Rinascita Scott 2”). Il gup ha quindi accolto la richiesta avanzata dalla Dda di Catanzaro, guidata dal procuratore Nicola Gratteri, di mandare sotto processo il presidente della Provincia di Vibo unitamente ad altri 53 imputati. Il processo si è aperto dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia il 14 dicembre 2021 ed è tuttora in corso. Salvatore Solano – nelle vesti di presidente della Provincia di Vibo – si trova sotto processo per i reati di turbativa d’asta con l’aggravante delle finalità mafiose, corruzione, estorsione elettorale. E’ accusato – in concorso con il cugino Giuseppe D’Amico, imprenditore arrestato e tuttora in carcere poichè ritenuto il principale indagato dell’operazione ed accusato di associazione mafiosa, estorsione, traffico di petroli e di stupefacenti – di aver estorto il voto agli elettori (sindaci del Vibonese e consiglieri comunali) per essere eletto presidente della Provincia nell’ottobre 2018, nonché di aver turbato una gara d’appalto – unitamente a tre dipendenti della Provincia pure loro sotto processo – per favorire la ditta del cugino Giuseppe D’Amico. In tale ultimo caso il reato – turbativa d’asta – è aggravato dalle finalità mafiose, cioè dalla volontà di agevolare una ditta (quella dei suoi cugini D’Amico) ritenuta in mano alla ‘ndrangheta (clan Mancuso e clan dei Piscopisani).

E’ notizia di oggi, invece, che Salvatore Solano è indagato anche dalla Procura di Vibo Valentia per abuso d’ufficio. Quale sindaco di Stefanaconi non si sarebbe astenuto nel votare una delibera di Giunta con la quale è stato affidato un incarico legale all’avvocato nel cui studio il Solano ha svolto la pratica legale. [Continua in basso]

Il prefetto Roberta Lulli e Salvatore Solano

Alla luce di tutto ciò, come mai ancora il prefetto di Vibo Valentia Roberta Lulli – a distanza di mesi, ormai – non ha inviato alcuna commissione di accesso agli atti alla Provincia di Vibo Valentia per accertare le infiltrazioni mafiose, attesi i gravissimi fatti che emergono dall’operazione Petrol Mafie che coinvolgono in prima persona Salvatore Solano ed il cugino Giuseppe D’Amico – in gran parte pubblicati anche dalla stampa – ed attengono addirittura ad accordi elettorali che minano alla base l’elezione dello stesso Solano a presidente della Provincia che sarebbe stata quindi viziata (è infatti accusato anche di estorsione elettorale)? Come mai il prefetto di Vibo Valentia non si accorge che l’ente Provincia di Vibo Valentia si è costituita parte civile nel processo Petrol Mafie contro il suo stesso presidente Solano con una delibera firmata dall’allora vicepresidente dell’ente e quindi si verifica la paradossale vicenda che la Provincia di Vibo incarica un avvocato dell’ente per affiancare in aula la pubblica accusa (Dda di Catanzaro) nel processo con un avvocato della Provincia per sostenere la penale responsabilità del suo presidente? [Continua in basso]

La sede della Prefettura e Roberta Lulli

Come mai – atteso anche che su alcuni consiglieri provinciali figurano non pochi rilievi fatti in passato dalla stessa Prefettura di Vibo all’atto di sciogliere un notissimo Comune della costa vibonese per infiltrazioni mafiose, mentre altri si trovano citati in alcune operazioni antimafia – il prefetto di Vibo non ha ancora inteso inviare alcuna Commissione di accesso agli atti alla Provincia di Vibo per far luce sulle infiltrazioni mafiose? Si può avere un presidente di una Provincia rinviato a giudizio per estorsione elettorale e reati aggravati dalle finalità mafiose e la Prefettura non inviare alcuna Commissione di accesso agli atti?»

Questo quanto scritto dal presidente della Commissione parlamentare antimafia Nicola Morra che, come si nota, chiama in causa pure alcuni consiglieri provinciali.

LEGGI ANCHE: Petrol Mafie: tutti a giudizio, c’è pure il presidente della Provincia di Vibo

Droga: dipendente della Provincia di Vibo a giudizio insieme al figlio

Provincia di Vibo: presidente imputato, ente parte offesa ma di dimissioni neanche a parlarne

Stefanaconi: lavori abusivi a casa Solano, ecco tutte le violazioni

“Rinascita Scott 2”: la Provincia di Vibo parte civile contro il suo presidente

‘Ndrangheta: il presidente della Provincia di Vibo indagato pure per turbata libertà degli incanti

Il presidente della Provincia di Vibo ed i legami “scomodi” con i cugini D’Amico arrestati

“Rinascita Scott 2”: il bitume per la Provincia di Vibo e la politica del consenso

Articoli correlati

top