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Stadio “Razza”, l’Agenzia del demanio trasferisce la proprietà al Comune di Vibo

Il trasferimento è stato titolo gratuito. Il campo di calcio costituiva originariamente parte interna dell'adiacente Scuola di Polizia. Oggi è un impianto sportivo

Stadio “Razza”, l’Agenzia del demanio trasferisce la proprietà al Comune di Vibo
Lo stadio Luigi Razza

L’Agenzia del Demanio ha trasferito in proprietà al Comune di Vibo Valentia lo stadio ‘Luigi Razza’. La decisione rientra nelle procedure del federalismo demaniale. L’art. 56 bis del D.L. n. 69/2013 – spiega il Demanio – ha previsto infatti una procedura semplificata per il trasferimento gratuito dei beni patrimoniali disponibili gestiti dall’Agenzia del Demanio a Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni che ne abbiano fatto apposita richiesta di attribuzione. Il campo da gioco, sede degli allenamenti e delle partite della squadra calcistica “Us Vibonese calcio srl 1928”, costituiva originariamente parte interna dell’adiacente Scuola di Polizia e, a seguito del riassetto urbano, oggi è un impianto sportivo con una capienza totale è di 2850 posti. [Continua in basso]

Il trasferimento conclude un articolato percorso amministrativo che ha portato alla ottimizzazione e alla razionalizzazione degli spazi demaniali, la dismissione dei terreni non funzionali alla Scuola allievi di Polizia e la riassegnazione al Ministero dell’Interno degli spazi oggi in uso governativo. Presenti all’evento il direttore della Direzione regionale Calabria dell’Agenzia, Vittorio Vannini, e il sindaco di Vibo Valentia Maria Limardo. «Sin dal momento del mio insediamento – ha esordito il sindaco Limardo – abbiamo intessuto una efficiente collaborazione con il Demanio e ringrazio per la sua presenza il direttore Vannini. Con l’Agenzia abbiamo avviato questa e molte altre pratiche, sono in corso diverse riunioni anche con la dottoressa Teodora Neri, abbiamo messo in atto una bella sinergia. Perché sul territorio vibonese ci sono numerosi immobili di proprietà demaniale che meritano di essere attenzionati e che auspichiamo di poter valorizzare nel migliore dei modi».

Tra questi, l’interesse principale è puntato sull’ex convento di Sant’Agostino, negli anni convertito in carcere, sul quale il vicesindaco Scalamogna ha rivelato che «ci sono diverse idee e si sta elaborando un importante progetto», con l’auspicio che «si possa ottenere un finanziamento per realizzarlo». Il primo cittadino ha invece specificato che in un’altra occasione verrà simbolicamente consegnata la struttura alla Vibonese Calcio, di fatto già affidataria dello stadio ma con la quale l’augurio è che «si possa avviare un percorso proficuo per entrambe le parti, perché la Vibonese è patrimonio della città e se vince la squadra vinciamo tutti».

Da parte del direttore Vannini i «complimenti all’amministrazione comunale perché ha compiuto uno sforzo davvero importante, dimostrando visione ed efficienza nella gestione delle pratiche portate avanti con noi. Su Vibo – ha precisato Vannini – abbiamo tanti progetti con investimenti rilevanti e siamo lieti di avere davanti una giunta con la quale possiamo lavorare davvero bene e, purtroppo, in Calabria non è una cosa così scontata». La Neri si è unita alle congratulazioni del direttore: «Bisognava compiere un recupero amministrativo notevole e la capacità programmatica del Comune ha permesso il raggiungimento del risultato. C’è stato un confronto brillante e propositivo col sindaco, che ha una visione agganciata all’idea di sviluppo del territorio».

Il vicesindaco ha ricordato come la domanda di acquisizione al patrimonio comunale sia stata presentata nel 2013 nell’ambito del federalismo demaniale. «Una pratica accidentata per via di questioni tecniche, con particelle catastali che erano un tutt’uno con l’area sotto il controllo militare della Scuola di Polizia. Ma poi l’iter è andato spedito: a giugno 2022 il consiglio comunale ha riconosciuto il debito fuori bilancio che ad agosto è stato liquidato, a settembre è arrivato il parere positivo del demanio e la pratica è stata approvata nuovamente in consiglio il mese scorso e subito è arrivato il decreto del demanio».

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