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Bando sport e periferie, il sindaco di Briatico: «Ancora una volta esclusi in partenza»

L’accesso ai finanziamenti off limits per gli enti in dissesto. Il primo cittadino Vallone scrive alla presidenza del Consiglio dei ministri: «Quando, io e la mia amministrazione, potremo contribuire al rilancio dello sport come mezzo per abbattere marginalizzazione e degrado sociale?»

Bando sport e periferie, il sindaco di Briatico: «Ancora una volta esclusi in partenza»
Il sindaco Lidio Vallone

Un bando per la riduzione dei fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale. Fondi per migliorare la qualità urbana e la riqualificazione del tessuto sociale nonché l’incremento della sicurezza attraverso la promozione di attività sportiva. Eppure tanti Comuni non possono partecipare a causa di una clausola. A sollevare la questione, il sindaco di Briatico Lidio Vallone che ha scritto una lettera indirizzata alla Presidenza del consiglio dei ministri, al titolare del dicastero Sport e al prefetto di Vibo Valentia. Al centro della contestazione, una nota contenuta nel bando “Sport e periferie”, che impedisce agli enti in dissesto di presentare domanda. «I valori contenuti nel progetto – spiega il primo cittadino- tra cui la diffusione della cultura del rispetto e della giustizia sociale – sono condivisibili, più che giusti. Ma il mio Comune è in dissesto e, per il terzo anno consecutivo, non ho la possibilità di accedere al bando. Allora quando potrà contribuire attraverso la pratica sportiva alla realizzazione degli obiettivi contenuti nel bando?». Il sindaco Vallone aggiunge: «Negli ultimi dieci anni, il Comune di Briatico è stato sciolto per infiltrazioni mafiose ben tre volte. Al sud ci sono tante “Caivano” (il riferimento è alla cittadina campana, teatro di raid criminali e violenze) e il mio paese non è certamente da meno. Interventi mirati – aggiunge – possono rappresentare la svolta per un territorio a rischio desertificazione». Tuttavia «il nuovo bando, oltre ad ampliare la platea di possibili beneficiari (possono partecipare centri fino a 100mila abitanti), nega l’accesso a enti in grave situazione economica. Perché i Comuni in dissesto non possono fare debito. Ma non è questo il contesto. Perché – spiega – si tratta di finanziamenti a fondo perduto e sono previste integrazioni di risorse da parte degli enti». Il primo cittadino entra nel dettaglio: «Avevo previsto circa 30/40mila euro derivanti dalla tassa di soggiorno alla messa in sicurezza della struttura sportiva del paese. Il tutto per offrire ai giovani e ai bambini un’alternativa alla strada. Partecipare al bando avrebbe significato ottenere risorse da spendere in tale direzione ma, ancora una volta, per il terzo anno consecutivo, non sarà possibile. Quando potrò sopperire alla carenza di luoghi pubblici di socializzazione del mio paese?».

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