martedì,Maggio 7 2024

Rinascita Scott: la “guerra” fra giudici al Tribunale di Vibo nella deposizione dell’ex presidente Filardo

Chiamato in aula quale teste della difesa di Danilo Tripodi, si è soffermato sul “clima” nel Palazzo di giustizia vibonese fra il 2014 e il 2018 con accuse e denunce reciproche fra magistrati. Tirocinanti non stabilizzati poiché riconducibili a «famiglie poco trasparenti» e infine “stoccata” su un B&B dove avrebbe alloggiato un colonnello

Rinascita Scott: la “guerra” fra giudici al Tribunale di Vibo nella deposizione dell’ex presidente Filardo
L'aula bunker dove si tiene il maxiprocesso Rinascita Scott e nel riquadro il giudice Nicola Alberto Filardo

Deposizione oggi dell’ex presidente del Tribunale di Vibo Valentia, Nicola Alberto Filardo, nel maxiprocesso Rinascita Scott. Dinanzi al Collegio presieduto dal giudice Brigida Cavasino, quale teste della difesa dell’imputato Danilo Tripodi, 42 anni – già in servizio al Tribunale di Vibo come assistente giudiziario e segretario del giudice Filardo –, l’ex presidente ha risposto ad alcune domande dell’avvocato Francesco Sabatino (difensore di Tripodi). Il “quadro” che ne è venuto fuori lascia trasparire uno spaccato non proprio edificante del Tribunale di Vibo nel periodo che va dal 2014 al 2018, con dipendenti indagati e giudici che hanno denunciato altri giudici. Il tutto, peraltro, in continuità con altro periodo non proprio tranquillo per il Tribunale di Vibo, vissuto fra il 2010 ed il 2013 e sfociato nell’inchiesta della Dda di Catanzaro denominata “Purgatorio” di cui una parte è finita per competenza anche alla Procura di Salerno. [Continua in basso]

Le accuse nei confronti di Tripodi

Danilo Tripodi

Danilo Tripodi si trova sotto processo in Rinascita Scott per concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione in atti giudiziarifalsità materiale in atti pubblici e abuso d’ufficio.  L’ulteriore accusa di aver rivelato notizie coperte da segreto d’ufficio al cugino Marco Lo Bianco, 38 anni, di Vibo, anche lui indagato, è invece passata alla competenza della Procura di Vibo Valentia.

In particolare, Marco Lo Biancosocio di fatto nella gestione del B. & B. e dell’attività di affittacamere formalmente riferibile all’impresa individuale “Calamo” di via De Gasperi a Vibo Valentia”, sarebbe stato il beneficiario della condotta di rivelazione, “quale gestore del residence Risorgimento di Vibo Valentia”. Il 17 gennaio 2018, quindi, Danilo Tripodi è accusato di aver inviato a Marco Lo Bianco una mail avente ad oggetto una causa, in allegato alla quale veniva trasmessa la scansione di una Cnr (comunicazione notizia di reato) redatta in data 6 gennaio 2015 dalla Stazione dei carabinieri di Vibo Valentia, comprensiva anche dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari con contestuale informazione di garanzia emesso dalla Procura di Vibo Valentia il 3 dicembre 2015, nell’ambito del procedimento penale scaturito dalla denuncia di Marco Lo Bianco per il reato di insolvenza fraudolenta ascritto ad un cliente del residence. 

Le domande dell’avvocato Sabatino al presidente Filardo

L’avvocato Sabatino in una foto di archivio

Le risulta – ha chiesto l’avvocato Sabatino al teste Filardo – che il B&B Calamo fosse ben frequentato?”. Questa la risposta dell’ex presidente del Tribunale di Vibo, Nicola Alberto Filardo: So che in tale Bed & Breakfast alloggiava un colonnello…, poi per il passa parola ci alloggiarono anche altri graduati”. Di rimando altra domanda dell’avvocato Sabatino: “Quindi il B&B era ben frequentato?”. E Filardo: “Di certo non era un posto controindicato, nel senso che non si parlava come un posto da non frequentare. Tra di noi si parlava solo dei posti da non frequentare, che a Vibo – ha aggiunto l’ex presidente Filardo – sono all’incirca l’80-90 per cento”. [Continua in basso]

Le denunce fra magistrati a Vibo

L’ex presidente del Tribunale – sempre rispondendo alle domande dell’avvocato Francesco Sabatino – ha quindi spiegato al Collegio di essere stato denunciato da un giudice in servizio alla sezione civile del Palazzo di giustizia di Vibo in quanto lo stesso Filardo l’aveva nominata quale sua sostituta in un periodo in cui l’allora presidente era in ferie. La denuncia nei confronti di Filardo è stata però archiviata dai magistrati di Salerno così come la posizione di Tripodi.

Filardo ha quindi ricordato che altro magistrato in servizio a Vibo – poi mandato via per incompatibilità ambientale nel 2018 – aveva ‘richiamato’ altro giudice in servizio al Tribunale con una “riservata” inviata allo stesso presidente Filardo. La procedura – ha spiegato Filardo – non sarebbe stata però corretta in quanto il giudice (poi trasferito) avrebbe dovuto chiedere “allo stesso Filardo di richiamare l’altro magistrato”, non potendo invece autonomamente richiamare la collega.

Tirocinanti con famiglie “non trasparenti”

Il Tribunale di Vibo Valentia

Su Danilo Tripodi e altra impiegata del Tribunale di Vibo, il giudice Filardo ha ricordato che gli stessi “avevano un procedimento a Roma. Forse – ha affermato il teste in aula – per reati finanziari, dato che le indagini erano svolte dal nucleo anticorruzione”.
Infine, da parte dell’ex presidente Filardo anche un passaggio sugli ex tirocinanti in servizio al Tribunale di Vibo Valentia negli scorsi anni. “Non vennero stabilizzati – ha affermato il teste – poiché appartenevano a famiglie vibonesi ‘non trasparenti’. E’ stato proprio Danilo Tripodi a spiegarmi i collegamenti e le parentele”.


++In relazione all’articolo, dall’avvocato Francesco Sabatino riceviamo e integralmente pubblichiamo:
Con riferimento all’articolo odierno nel quale il Vibonese ha dato atto dell’esame nel processo Rinascita dell’ex presidente del Tribunale dott. Alberto Filardo, è doverosa una replica immediata, evidenziando che le risultanze dell’odierna istruttoria dibattimentale siano state riportate in maniera incompleta e assolutamente parziale. Sembra che l’attenzione del giornalista si concentri sulla guerra tra magistrati e sulla pendenza di procedimenti a Salerno peraltro archiviati (probabilmente per guadagnare una manciata di visualizzazioni), senza considerare che dall’esame del presidente Filardo non sia emersa alcuna condotta censurabile ascrivibile al Tripodi, indicato come un dipendente sempre presente in servizio con mansioni di rilievo all’interno della segreteria. Il giornalista preferisce rimanere agganciato alle contestazioni di tre anni fa, senza sottolineare che l’arresto del Tripodi sia stato annullato senza rinvio dalla S.C. di Cassazione, accertando così l’inconsistenza dell’ipotesi d’accusa. Nessuna stoccata è stata formulata dal teste con riferimento al B&B CALAMO (che questo difensore peraltro non ha mai indicato come nella gestione del Tripodi), poiché il dott. Filardo si è limitato a riferire che la struttura fosse frequentata da vertici delle istituzioni. Quanto alle residue contestazioni sfugge al giornalista che la contestazione relativa alla trasmissione di atti riservati non abbia avuto alcun esito (venendo stralciata dal Processo Rinascita) e sinceramente riesce difficile pensare ad un atto coperto da segreto investigativo inoltrato contestualmente all’avviso di conclusione delle indagini preliminari! L’auspicio è che il fondamentale servizio della cronaca giudiziaria possa agevolare la comprensione dei processi e dei dibattimenti anche e soprattutto quando si assume la prova a discarico, trattandosi di una fase delicata del giudizio”.

Sin qui la replica dell’avvocato Francesco Sabatino. Prendiamo atto che, crediamo per la prima volta nella storia (o comunque non siamo a conoscenza di casi simili), un avvocato pretende di sostituirsi al giornalista e di prendere in mano la penna dello stesso per stabilire lui cosa il cronista debba o meno evidenziare in un articolo di cronaca giudiziaria. In ogni caso spieghiamo all’avvocato che:
1) Nell’articolo è ben scritto e sottolineato che i procedimenti a Salerno per Filardo e Tripodi sono stati archiviati (abbiamo pubblicato in basso anche il link dell’articolo con la notizia dell’archiviazione).

2) Si rimprovera al giornalista di non aver preso posizione sulla deposizione del dott. Filardo e quindi nell’aver lasciato al solo Tribunale la valutazione finale in ordine all’emergere o meno dall’esame del teste di condotte censurabili o meno ascrivibili al Tripodi.

3) Le contestazioni mosse a Tripodi sono esattamente quelle di tre anni fa e non ci risulta che a seguito di un annullamento senza rinvio ad opera della Cassazione sulla misura cautelare non si possa essere rinviati a giudizio per la medesima originaria accusa (come, appunto, nel caso di Tripodi e di tanti altri imputati).

4) Prendiamo poi atto che è (nuovo?) compito dell’avvocato stabilire cosa un giornalista debba o meno sottolineare nella struttura di un articolo ed anche cosa definire o meno come “stoccata”.

5) Non è affatto sfuggito al giornalista che la contestazione relativa alla trasmissione di atti riservati sia stata stralciata dal procedimento Rinascita, tanto è vero che è stato scritto (testuale): è passata alla competenza della Procura di Vibo”.

6) Non è esatta l’affermazione che la stessa contestazione “non abbia avuto alcun esito”, atteso che nel giugno dello scorso anno l’assistito dell’avvocato Sabatino è stato raggiunto da avviso di conclusione indagini da parte della Procura di Vibo (LEGGI QUI: Rinascita Scott: la Procura di Vibo chiude le indagini per 21 indagati) dal quale si difenderà nelle sedi competenti nei modi che riterrà più opportuni, non avendo mai confuso la nostra testata una chiusura indagini con una sentenza di colpevolezza.

LEGGI ANCHE: Archiviazione a Salerno per l’ex presidente del Tribunale di Vibo

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