giovedì,Aprile 18 2024

Detenzione di armi e munizioni a Limbadi: Di Grillo lascia i domiciliari

Il Tribunale del Riesame attenua la misura cautelare per il marito di Rosaria Mancuso, tratto in arresto dopo l’autobomba che ha ucciso Matteo Vinci

Detenzione di armi e munizioni a Limbadi: Di Grillo lascia i domiciliari

Lascia gli arresti domiciliari per la misura cautelare dell’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria (esclusi i festivi), Domenico Di Grillo, 71 anni, di Limbadi, arrestato il 9 aprile scorso dopo una serie di perquisizioni seguite all’autobomba con la quale è stato ucciso Matteo Vinci. Di Grillo era stato trovato in possesso di un fucile di provenienza illecita e di 46 munizioni. Il tutto occultato in un suo capannone agricolo. In sede di interrogatorio, il 71enne aveva ammesso la detenzione sia del fucile che delle munizioni. Il Tribunale del Riesame di Catanzaro, in accoglimento delle argomentazioni dell’avvocato Giuseppe Di Renzo, ha scarcerato Di Grillo sulla scorta dell’affievolimento delle esigenze cautelari che possono essere soddisfatte anche con la misura dell’obbligo di presentazione quotidiana ai carabinieri. I giudici nel motivare la decisione hanno anche ritenuto assente, nel caso di specie, il pericolo di fuga da parte dell’indagato, marito di Rosaria Mancuso, quest’ultima sorella dei più noti boss del clan di Limbadi  Giuseppe, Diego, Francesco (detto “Tabacco”) e Pantaleone (alias “l’Ingegnere”). Nella giornata di ieri, il gip di Vibo Valentia non aveva invece convalidato l’arresto ed aveva rigettato la richiesta di misura cautelare nei confronti di Rosaria Mancuso, 63 anni, tratta in arresto martedì con l’accusa di detenzione illegale di altre armi e munizioni. Il gip ha ritenuto che i carabinieri non abbiano fornito prove valide per poter ricondurre con certezza le armi rinvenute nella disponibilità della Mancuso, in quanto ritrovate in un terreno aperto a chiunque. 

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