giovedì,Marzo 28 2024

“Rinascita”: le accuse di Mantella agli imprenditori Restuccia

Il collaboratore di giustizia tira in ballo anche l’ex sindaco di Vibo Elio Costa e l’allora presidente della Provincia Gaetano Ottavio Bruni

“Rinascita”: le accuse di Mantella agli imprenditori Restuccia
Nicola Gratteri in conferenza stampa a Catanzaro

Non risparmiano imprenditori importanti del Vibonese ed anche due ex amministratori pubblici di primo piano, le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Andrea Mantella acquisite agli atti dell’operazione “Rinascita-Scott” della Dda di Catanzaro e dei carabinieri. Dichiarazioni recentissime – risalenti al 7 novembre scorso – che chiamano in causa anche boss di prima grandezza e permettono al gip distrettuale di evidenziare, quanto all’imprenditore Angelo Restuccia, 83 anni, di Rombiolo, residente a Mesiano di Filandari (arrestato), che si tratta “di un colluso, a disposizione della ‘ndrangheta e non di una vittima di estorsione”. Andrea Mantella, del resto, non risparmia neppure l’imprenditore Vincenzo Restuccia, chiamando in causa pure l’ex sindaco di Vibo Valentia, Elio Costa, l’ex presidente della Provincia Gaetano Ottavio Bruni e l’imprenditore Alfonso Annunziata.

“Vincenzo e Angelo Restuccia, sin dagli anni ’80 – ha fatto mettere a verbale il collaboratore di giustizia – erano nelle mani dei fratelli Luigi, Antonio e Pantaleone (alias Vetrinetta) Mancuso. Tali imprenditori erano sponsorizzati, non solo dai Mancuso, ma anche dai Piromalli e dai De Stefano, oltre che dai Lo Bianco e, grazie al sostegno di questi gruppi, riuscivano ad ottenere moltissimi appalti, anche pubblici, nel settore dell’edilizia. [Continua dopo la pubblicità]

Il sindaco Elio Costa
L’ex sindaco di Vibo e magistrato Elio Costa

Voglio chiarire che, quando dico “erano nelle mani dei Mancuso”, utilizzo un lessico di tipo ‘ndranghetistico – spiega Mantella – per intendere un rapporto che consentiva ai Mancuso non solo di ottenere denaro, ma anche di essere inseriti nel giro delle conoscenze dei Restuccia, tra i quali, ad esempio, il sindaco di Vibo Valentia, Costa Elio, che i Mancuso conobbero proprio grazie ai Restuccia”.

Secondo Mantella, i Restuccia avevano “nei Mancuso una fonte diretta di finanziamento, in considerazione della enorme disponibilità di denaro di tale famiglia. Inoltre, come ho detto, grazie all’appoggio della criminalità organizzata i Restuccia riuscivano ad ottenere tantissimi appalti. In sostanza, quindi, gli imprenditori erano veri e propri “amici” dei Mancuso, con i quali erano in rapporti di reciproca convenienza.

Che la relazione tra i Restuccia ed i Mancuso fosse strutturata in questi termini io lo apprendevo, in un primo tempo da Lo Bianco Carmelo (alias “Piccinni”) e, successivamente, diventato più grande, avevo modo di verificarla in prima persona, allorquando avevo intenzione – continua ancora Mantella – di acquistare un capannone del predetto Restuccia Angelo”.

L’imprenditore Annunziata

In tale occasione, il boss Pantaleone Mancuso, detto “Scarpuni”, avrebbe portato a Mantella l’imbasciata che l’imprenditore Angelo Restuccia doveva realizzare un capannone di proprietà dell’imprenditore (attivo nel settore dell’abbigliamento) Alfonso Annunziata. A fare da “messaggero” fra Mancuso e Mantella, secondo il collaboratore di giustizia sarebbe stato Luciano Marino Artusa di Filandari (attualmente imputato in “Costa Pulita” e “Nemea”), ritenuto “uomo di fiducia di Restuccia. “In quel frangente io informavo Artusa della mia intenzione di acquistare un capannone, affinché lo comunicasse a Mancuso Pantaleone, alias Scarpuni. A quel punto – dichiara Mantella – Pantaleone Mancuso mi fissava un appuntamento con Restuccia nella zona industriale di Vibo Valentia e Restuccia, dopo avermi confermato dell’incontro avvenuto fra lui e Mancuso, mi assicurava che quest’ultimo gli aveva chiesto di mettersi a mia disposizione. Ad ogni modo, alla fine l’acquisto non aveva luogo a causa dei miei successivi problemi con la giustizia, in quanto mi revocavano la libertà controllata e – aggiunge Mantella –  tornavo a Villa Verde, agli arresti domiciliari.

Pantaleone Mancuso “Scarpuni”

A quel tempo i Restuccia erano i padroni assoluti delle attività edilizie pubbliche, da sempre insieme ai Mancuso. Tra i due, Restuccia Vincenzo era quello che più spesso cercava di apparire come vittima della criminalità organizzata.
Ricordo che eravamo soliti chiamare Restuccia con il nome “don Angelo”, in quanto lo ritenevamo l’Angelo dei Mancuso, oppure “don Antonio” o ancora,“U Ponzimi”, o, infine, “u Paternostru”. Per quel che riguarda l’età dei suddetti imprenditori posso riferire che si tratta di persone anziane”.

Le false intimidazioni. “Aggiungo che alcune volte capitava anche che vi fossero dei falsi atti intimidatori ai danni dei predetti imprenditori. Questo metodo di depistaggio lo utilizzava, in particolare, Restuccia Vincenzo. Ricordo al riguardo – spiega ancora Mantella – quando io dovetti mandare Francesco Scrugli a sparare dei colpi ai loro escavatori, affinché apparisse che la criminalità organizzata li stava minacciando. In questo modo i Restuccia riuscivano anche ad assumere la veste di vittime della ‘ndrangheta e ad ottenere i relativi vantaggi, sia in termini economici che di immagine”.

L'ex presidente della Provincia Gaetano Bruni
L’ex presidente della Provincia Bruni

Mantella chiama in causa Bruni. E’ a questo punto del verbale che il collaboratore di giustizia parla della Tangenziale Est di Vibo (a due passi dalla sua stalla lungo la strada per Stefanaconi) e di un suo presunto incontro con l’ex presidente della Provincia Gaetano Ottavio Bruni. “Ricordo ancora che – dichiara Mantella – quanto ai lavori della Tangenziale Est di Vibo Valentia, inizialmente la ditta aggiudicataria era quella dei Restuccia. Successivamente i lavori venivano affidati alla ditta di Prestanicola Giuseppe che, sostanzialmente, ricopre lo stesso ruolo dei Restuccia, sempre a favore di Mancuso. Quanto agli amministratori pubblici coinvolti negli illeciti relativi alla realizzazione della Tangenziale Est – aggiunge il collaboratore – posso riferire di essere andato personalmente a parlarne con Bruni Ottavio, ossia il presidente della Provincia di Vibo Valentia, anche se non ricordo se a quel tempo già rivestisse questo incarico”.

E’ bene sottolineare che né l’ex sindaco Elio Costa, nè Gaetano Ottavio Bruni, Alfonso Annunziata e Luciano Marino Artusa risultano indagati nell’operazione “Rinascita-Scott”.

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