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      Home page>Cronaca>'Ndrangheta: dai lavori ...

      'Ndrangheta: dai lavori per l'ospedale alle ditte dei rifiuti, ecco le estorsioni chieste a Vibo

      La Dda di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio per 13 indagati. L'inchiesta, portata a termine dai carabinieri e dalla Guardia di finanza, fa emergere uno spaccato criminale inquietante fra chi ha resistito ai clan vibonesi sporgendo denuncia e chi avrebbe invece goduto del sostegno di altre cosche
      Giuseppe Baglivo
      27 agosto 202307:29
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      'Ndrangheta: dai lavori per l'ospedale alle ditte dei rifiuti, ecco le estorsioni chieste a Vibo

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      'Ndrangheta: dai lavori per l'ospedale alle ditte dei rifiuti, ecco le estorsioni chieste a Vibo

      'Ndrangheta: dai lavori per l'ospedale alle ditte dei rifiuti, ecco le estorsioni chieste a Vibo
      Domenico Macrì

      Tredici capi di imputazione contestati dalla Dda di Catanzaro a 13 indagati di cui cinque già raggiunti da ordinanza di custodia cautelare e gli altri a piede libero. L’inchiesta della Dda fa luce su molteplici episodi estorsivi avvenuti a Vibo Valentia ed il rinvio a giudizio è stato avanzato nei confronti dei seguenti indagati: Domenico Macrì, detto “Mommo”, 39 anni, di Vibo (detenuto anche per tale procedimento); Michele Manco, 35 anni, di Vibo Valentia (detenuto per tale procedimento); Michele Pugliese Carchedi, 38 anni, anche lui di Vibo (detenuto per tale procedimento); Bartolomeo Arena, 47 anni, di Vibo Valentia (collaboratore di giustizia); Domenico Camillò, 29 anni, di Vibo Valentia; Andrea Mantella, 51 anni, di Vibo Valentia (collaboratore di giustizia); Salvatore Mantella, 49 anni, di Vibo; Vincenzo Mantella, 37 anni, di Vibo; Francesco Antonio Pardea, 37 anni, di Vibo Valentia; Salvatore Morelli, 40 anni, di Vibo; Antonio Pirritano, 31 anni, di Vibo Valentia; Andrea Ruffa, 29 anni, di Vibo Valentia (detenuto per tale procedimento); Domenico Serra, 31 anni, di Vibo Valentia (detenuto per tale procedimento). Di seguito le singole contestazioni.

      L’affare dei rifiuti a Vibo

      Andrea Mantella

      E’ Andrea Mantella, fra i collaboratori di giustizia, quello che meglio delinea gli affari dei clan nel settore dei rifiuti. Per il gip – anche grazie alle sue dichiarazioni – è stato ben possibile fare luce sulla “logica spartitoria tra cosche in cui lo stesso Mantella, i Fiarè ed i Mancuso partecipavano, dividendosi gli utili”. In particolare, Pantaleone Mancuso, Scarpuni, era rappresentato secondo Mantella da tale Campennì (non indagato), mentre il gruppo dei Fiarè di San Gregorio d’Ippona avrebbe operato attraverso Gregorio Giofrè (non indagato). Sul punto Andrea Mantella ha dichiarato: “Quanto ai rifiuti posso affermare che c’era un accordo tra noie Luni Mancuso detto “Scarpuni”: la società incaricata della raccolta era del dott. Pellegrino, un siciliano e noi mettevamo i mezzi, intestati formalmente a Giurgola e a Morelli Salvatore quando era pulito; i mezzi in realtà erano stati comprati da me personalmente e, tramite loro, lavoravamo sui rifiuti; il tramite era Campennì, da sempre inserito nel settore dei rifiuti e da sempre – ha spiegato Mantella – uomo dei Mancuso; io conoscevo bene questo Pellegrino, che ho visto tre volte e lui sapeva chi ero io; Luni Mancuso metteva i mezzi per il tramite di Campennì e il patto era il seguente:se riuscivamo a tenere fuori le forze dell’ordinetutto andava liscio, altrimenti Pellegrino sapeva che doveva denunciare in Prefettura le infiltrazioni mafiose; lui ci disse che se fosse andato tutto bene ci avrebbe remunerati facendoci lavorare, anche con sovrafatturazioni con cui pagava le tangenti e con assunzioni. A Natale è venuto da me Gramendola e, oltre al cesto natalizio con champagne, salmone, eccetera, mi dava la bustarella con 10.000 euro che mandava Pellegrino unitamente al cesto; il resto delle tangenti veniva pagato mensilmente sotto forma di noleggio e stessa cosa faceva Luni Sscarpuni per il tramite di Campennì”; Secondo Mantella, quindi, i clan mafiosi “oltre a ricevere le tangenti dalla gestione dei rifiuti,imponevano le assunzioni e i mezzi che dovevano operare; questo è il modo in cui a Vibo – ha dichiarato il collaboratore – vengono gestiti i rifiuti”. [CLICCA IN BASSO SUL TASTO “AVANTI” PER LEGGERE LE ALTRE ESTORSIONI]

      L’estorsione alla ditta Farfaglia

      Vincenzo Mantella

      La contestazione per il reato di estorsione è mossa ad Andrea Mantella in concorso con i cugini Salvatore e Vincenzo Mantella. In particolare, in concorso morale e materiale tra loro, sono accusati di aver avvicinato nel 2009 sul cantiere relativo a dei lavori edili sito tra Vibo e Vena Superiore – Gregorio Farfaglia, figlio di Rocco Farfaglia, titolare della ditta appaltatrice dell’opera – con minaccia consistita nel rappresentargli la necessità di “mettersi a posto”, come «peraltro già riferito in precedenza al Farfaglia da esponenti della ‘ndrina di San Gregorio d’Ippona, a loro volta interessati all’appalto in ragione sia della competenza vantata sul territorio di provenienza dell’imprenditore, sia – si legge nel capo di imputazione – del rapporto di particolare vicinanza con quest’ultimo; i tre cugini Mantella, quindi, facendo percepire alla persona offesa di far parte della cosca di ‘ndrangheta di Vibo Valentia «capace di garantire la tranquillità e la tutela della ditta» avrebbero costretto il rappresentante della ditta alla dazione, in favore del gruppo Mantella, di una somma di denaro pari ad euro 20mila, che veniva versata in quattro trance dell’importo di euro cinquemila ciascuna, la prima delle quali consegnata personalmente ad Andrea Mantella all’interno di un ristorante di Vibo Marina; le successive dazioni di denaro sarebbero state consegnate da Farfaglia nelle mani di Vincenzo e Salvatore Mantella, «senza altra causa o giustificazione che non fosse l’ubicazione del cantiere in un territorio sottoposto al controllo del proprio gruppo criminale, con corrispondente indebito profitto per sé e per la ‘ndrina di Vibo Valentia e danno per la vittima»; l’estorsione è aggravata dal metodo mafioso. Farfaglia non è indagato.

      La tentata estorsione ai danni di Farfaglia

      In questo caso nell’agosto 2018 Mommo Macrì e Domenico Serra a bordo di un’auto e Michele Pugliese Carchedi e Michele Manco con altra auto sono accusati di essersi recati – unitamente ad Andrea Ruffa con altra auto ancora – nei pressi dell’abitazione a Bivona di Gregorio Farfaglia minacciando quest’ultimo che «qualora non avesse consegnato loro una somma quale quota parte del provento derivante dall’esecuzione dell’appalto di gestione dei rifiuti per conto del Comune di Vibo Valentia ad opera della ditta Dusty srl», Mommo Macrì avrebbe «sparato a lui ed alla sua famiglia e lo avrebbe fatto a pezzi». Gregorio Farfaglia, ritenuto dalla Dda il «referente di fatto della ditta Dusty» avrebbe però opposto un netto rifiuto alla richiesta di consegnare somme di denaro al gruppo di Mommo Macrì. Opposizione che Gregorio Farfaglia avrebbe fatto – ad avviso degli inquirenti – «anche in forza dei propri rapporti con la ‘ndrangheta di San Gregorio d’Ippona ed in particolare con Filippo Fiarè, esponente apicale del locale di San Gregorio d’Ippona, della cui protezione poteva godere al punto da paralizzare l’azione del Macrì e comunque ricondurre la composizione della vicenda nel contesto delle dinamiche criminali interne alla ‘ndragheta vibonese». [CLICCA IN BASSO SUL TASTO “AVANTI” PER LEGGERE LE ALTRE ESTORSIONI]

      L’estorsione alla ditta dei rifiuti Ased

      Salvatore Morelli

      La estorsione vede quale vittima Rosario Azzarà di Melito Porto Salvo, titolare della ditta Ased che aveva negli scorsi anni in appalto la raccolta dei rifiuti a Vibo (dal 2 novembre 2015 al 18 maggio 2017), poi coinvolto nell’operazione antimafia “Ecosistema” della Dda di Reggio Calabria ed attualmente ancora sotto processo. Bartolomeo Arena, Francesco Antonio Pardea, Salvatore Morelli, Michele Pugliese Carchedi e Domenico Camillò sono accusati di concorso in estorsione. In particolare, Michele Pugliese Carchedi e Domenico Camillò – su mandato di Francesco Antonio Pardea, Salvatore Morelli e Bartolomeo Arena -, si sarebbero presentati al cospetto di tre operai impegnati nella raccolta dei rifiuti urbani nei pressi dei cassonetti raccoglitori siti in via Giovanni XXIII di Vibo Valentia con volto travisato ed armati di pistola, puntando l’arma alla tempia di un operaio alla guida del mezzo da lavoro. Dopo aver intimato a quest’ultimo di allontanarsi dal veicolo, il mezzo è stato cosparso di benzina e dato alle fiamme. Facendo percepire quindi alla ditta di far parte di un sodalizio di ‘ndrangheta, gli indagati avrebbero costretto nell’aprile del 2016 il titolare della ditta Ased, Rosario Azzarà, a pagare alla ‘ndrina dei Pardea (detti “Ranisi”) «una cospicua somma di denaro che veniva suddivisa tra i suoi membri, ivi incluso Bartolomeo Arena, al quale veniva consegnata la somma di 400 euro». Anche in questo caso l’estorsione è aggravata dal metodo mafioso, al pari della contestazione relativa alla detenzione illegale e porto in luogo pubblico di una pistola.

      La ditta impegnata nei lavori per il nuovo ospedale nel “mirino”

      Michele Manco

      Siamo nel giugno del 2020 – quindi sei mesi dopo gli arresti di Rinascita Scott del dicembre 2019 – e Michele Manco è accusato di essersi recato in auto all’interno dell’area interessata dai lavori di realizzazione del nuovo ospedale di Vibo Valentia, avvicinando un autista della società Costruzioni Lucia srl minacciandolo con la seguente frase: “Dì al tuo capo che si è dimenticato degli amici”. Avrebbe così cercato di costringere il titolare della ditta subappaltatrice dei lavori con riguardo alla fornitura del calcestruzzo preconfezionato a corrispondergli non meglio definite quantità di denaro in quanto il cantiere dei lavori sarebbe ricaduto in una zona sotto il controllo mafioso della ‘ndrina dei Pardea. La contestazione di estorsione in questo caso è solo tentata – e non consumata – per la ferma opposizione della persona offesa, che rifiutava il pagamento e portava il fatto a conoscenza di del titolare della Costruzioni Procopio Srl, società appaltatrice del nuovo ospedale che sporgeva denuncia. Nel luglio del 2020, quindi, Michele Manco è accusato di essersi ripresentato sul cantiere di costruzione del nuovo ospedale avvicinando nei pressi di una Stazione di carburanti altro autista della ditta “Costruzioni Lucia srl” minacciandolo con la seguente frase: “Vi siete scordati di andare  a trovare gli amici, andate a trovare gli amici sennò sparano”. Anche in questo caso il titolare della ditta Procopio, appaltatore dei lavori per il nuovo ospedale, ha sporto denuncia.

      I palazzi da ristrutturare a Vibo e le pretese dei clan

      Francesco Antonio Pardea

      Pure le imprese impegnate nei lavori di ristrutturazione di alcuni palazzi a Vibo Valentia sarebbero finite nel “mirino” dei clan. O meglio, in questo caso nelle mire di Michele Manco, 36 anni, residente in città, coinvolto in Rinascita Scott tanto da essere stato condannato il 6 novembre 2021– al termine del troncone processuali celebrato con rito abbreviato – a 12 anni di reclusione, ma a piede libero in quanto, nelle settimane successive al suo arresto per la maxioperazione, il Tdl di Catanzaro l’ha rimesso in libertà. Michele Manco è stato ritenuto in Rinascita Scott un componente della ‘ndrina Pardea-Camillò operante a Vibo Valentia. Ad accusarlo, da ultimo, anche il collaboratore di giustizia Michele Camillò che ha collocato Michele Manco come presente alle riunioni di ‘ndrangheta a Vibo.  “Michele Manco fa parte della ‘ndrina sciolta, è stato affiliato con me ed ha la dote del Vangelo. Ricordo – ha dichiarato Michele Camillò – che una volta Salvatore Morelli lo mandò a fare un’estorsione ad un certo Ruffa che aveva vinto in un centro scommesse”. Michele Manco è stato collocato come alle dirette dipendenze di Salvatore Morelli (alias “l’Americano), Francesco Anonio Pardea (alias “U Ranisi) e Domenico Macrì (alias “Mommo).

      Nelle contestazioni mosse con la nuova operazione della Dda di Catanzaro, gli inquirenti – carabinieri del Nucleo Investigativo di Vibo e Guardia di finanza –collocano Michele Manco al centro di due tentativi di estorsione ai danni di ditte impegnate in alcuni lavori di ristrutturazione condominiali agevolati dall’eco bonus 110%. La prima richiesta estorsiva contestata a Michele Manco è datata 25 maggio 2021, quindi qualche mese prima – 6 novembre 2021 – della sua condanna a 12 anni nel maxiprocesso Rinascita Scott in abbreviato. Secondo l’accusa, Michele Manco – con altri soggetti in corso di identificazione – si sarebbe portato presso il cantiere della I. I. C. sito a Vibo Valentia in piazza Annarumma num. 10 impegnata in alcuni lavori al condominio “Rizzo”. Michele Manco alle 8 del mattino, portandosi all’esterno delle recinzione del cantiere, avrebbe quindi minacciato un operaio della ditta di Corigliano, impegnata nei lavori, con la seguente frase: “Digli al tuo capo che lo stiamo aspettando”. Scopo della minaccia quello di ottenere dalla ditta una cospicua somma di denaro in favore della ‘ndrina Pardea. L’estorsione non andava a buon fine per la ferma opposizione dell’impresa impegnata nei lavori che rifiutava il pagamento denunciando il fatto ai carabinieri. Il tentativo di estorsione è aggravato dalle modalità e dalle finalità mafiose. Importante in questo caso, ai fini dell’indagine, l’analisi del Gps installato sull’auto in uso a Michele Manco.

      E’ del 4 febbraio 2022, invece – quindi tre mesi dopo la condanna a 12 anni nel processo Rinascita Scott – il tentativo di estorsione che vede protagonista Michele Manco ai danni dei titolari delle ditte De Nisi srl e Edil Costruzioni srl. L’esponente del clan Pardea si sarebbe presentato sul cantiere sito a Vibo in via Matilde Serrao num. 9 (già traversa di via Accademie vibonesi), relativo sempre a lavori di ristrutturazione condominiali grazie all’eco bonus, minacciando un operaio della Edil Costruzioni con le seguenti parole: “Mettete le carte a posto con gli amici”. Anche in questo caso lo scopo dell’intimidazione sarebbe stato quello di ottenere somme di denaro per sé ed il proprio clan con conseguente indebito profitto, ma i titolari delle ditte hanno rifiutato ogni pagamento e denunciato il tutto alle forze dell’ordine.

      LEGGI ANCHE: ‘Ndrangheta: estorsioni a Vibo da parte dei clan, chiesto il processo per 13 indagati

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      Giuseppe Baglivo
      Infiltrazioni mafiose,\u00A0proroga di sei mesi per il commissariamento del Comune di Stefanaconi\n
      Riqualificazione

      Vibo, il sindaco annuncia il progetto di recupero del Valentini: «Un centro congressi e commerciale nel cuore della città»

      Enzo Romeo ha incontrato i giornalisti per comunicare la disponibilità della proprietà del cinema-teatro in disuso a lavorare con il Comune per rilanciare quello che fino a metà degli anni ’90 è stato il fulcro della vita culturale della città
      Redazione
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      Ladri in azione

      Coppia di Scampia arrestata per furti in appartamenti a Taurianova e Vibo: rintracciati grazie a telecamere e video su TikTok 

      Le indagini sono partite dalla denuncia dopo un colpo in una villetta della città del Reggino e hanno portato all’uomo e alla donna già noti alle forze dell’ordine
      Redazione
      Coppia di Scampia arrestata per furti in appartamenti a\u00A0Taurianova e Vibo:\u00A0rintracciati\u00A0grazie a telecamere e video su TikTok\u00A0\n
      Il bilancio

      La Questura di Vibo intensifica i controlli: raffica di misure di prevenzione per la sicurezza del territorio

      Nel solo mese di novembre disposti numerosi Daspo, fogli di via, ammonimenti e proposte di sorveglianza speciale. Rafforzata l’attività per contrastare violenza sportiva, criminalità diffusa e reati contro la persona
      Redazione
      La Questura di Vibo intensifica i controlli: raffica di misure di prevenzione per la sicurezza del territorio\n
      La spaccata

      Tropea, rapinata in piena notte la farmacia Centrale: porta agganciata e divelta con un’auto rubata

      Il colpo alle 4.30 messo a segno da più persone con il volto coperto. Le ante d’ingresso dell’esercizio commerciale sono state letteralmente strappate via. Magro il bottino in contanti, ma i ladri hanno rubato anche le costose casse elettroniche
      E.D.G.
      Tropea, rapinata in piena notte la farmacia Centrale: porta agganciata e divelta con un’auto rubata
      Buone notizie

      Vibo, i commercianti di via De Gasperi vedono la luce fuori dal tunnel: «Lunedì si riapre la strada»

      L’assessore comunale ai Lavori pubblici ha incontrato una delegazione di esercenti che da sette mesi vivono prigionieri del cantiere Pnrr con grave danno per gli affari crollati del 60%. Accolti i loro suggerimenti per rispristinare la circolazione automobilistica
      Cristina Iannuzzi
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      Il caso

      Vibo, si presentano all’esame del concorso per docenti ma scoprono che è stato spostato a Catanzaro

      È quanto accaduto a cinque giovani candidati che sono rimasti tagliati fuori dalla prova “computer based”: «Nessuno ci ha avvisati. E questa sarebbe la scuola del futuro? Una mancanza di rispetto per chi con fatica studia e si forma»
      Enrico De Girolamo
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      La decisione

      Il Tar riammette Mongiana, Francavilla e Monterosso al bando per la riqualificazione dei piccoli comuni

      Illegittima la loro esclusione da parte del Dipartimento Casa. Annullati gli atti e condannata la presidenza del Consiglio
      Giuseppe Baglivo
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      Cronaca

      Torna a Tropea nonostante il divieto, denunciato giovane già allontanato a seguito di una violenta rissa

      Era stato compartecipe in una lite tra più soggetti avvenuta questa estate in un locale della Perla del Tirreno. I controlli portati avanti dalla Polizia
      Redazione
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      Prevenzione e repressione

      Controlli dell’Ispettorato del lavoro in diversi centri del Vibonese: denunce e sanzioni, cinque aziende nel mirino

      Carabinieri in azione in imprese edili e negozi di Vibo, Filogaso, San Gregorio, Zungri e Mileto. Riscontrati contratti irregolari, lavoro nero, violazioni della sicurezza e della privacy dei dipendenti. Denunciate tre persone ed elevate sanzioni per oltre 15mila euro
      Redazione
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      A Catanzaro

      ‘Ndrangheta: clan dei Piscopisani, al via in appello il nuovo processo di secondo grado

      Cinque gli imputati dopo un precedente annullamento con rinvio deciso dalla Cassazione nell’ambito dell’operazione antimafia denominata Rimpiazzo
      Giuseppe Baglivo
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      Nuova disciplina

      Autovelox nel Vibonese, la Prefettura avvia la revisione delle strade dove è possibile installarli

      Il confronto con forze dell’ordine e Comuni maggiormente interessati è servito per impostare la nuova mappa dei dispositivi per il controllo della velocità nel rispetto del decreto ministeriale del 2024 che ha riscritto i criteri tecnici
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      Il report

      Ospedali infiltrati dalle cosche, il triste primato della Calabria: in nove anni sei Asp sciolte per mafia

      Nel rapporto di Avviso Pubblico c’è un capitolo dedicato alle aziende sanitarie provinciali. Le inchieste giudiziarie. Gli appetiti delle mafie: dall’appalto dell’opera, al personale “infiltrato”, ai distributori automatici
      Alessia Truzzolillo
      Ospedali infiltrati dalle cosche, il triste primato della Calabria: in nove anni sei Asp sciolte per mafia\n
      L’incarico

      Comune di Cessaniti in dissesto, nominato un nuovo responsabile in materia di entrate proprie

      L’area finanziaria e tributi dell’ente si occuperà anche di affiancare l’organismo straordinario di liquidazione retto dal commissario Sebastiano Tramontana
      Giuseppe Baglivo
      Comune di Cessaniti in dissesto, nominato un nuovo responsabile in materia di entrate proprie
      La decisione

      Inottemperanza da oltre un anno a un decreto ingiuntivo, il Tar condanna il Comune di Nardodipace

      A rivolgersi ai giudici amministrativi è stata la cooperativa sociale Stella del Sud di San Nicola da Crissa. L’ente non si è costituito in giudizio e dovrà pagare pure le spese processuali e una penalità di mora
      Giuseppe Baglivo
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      Controlli interforze

      Sorpreso in un locale nonostante il divieto d’accesso alle aree pubbliche, denunciato un uomo a Vibo

      I controlli portati avanti dagli agenti con l’ausilio di carabinieri, finanzieri e polizia locale sono stati disposti al fine di garantire una movida sicura in città. Ecco il bilancio
      Redazione
      Sorpreso in un locale nonostante il divieto d’accesso alle aree pubbliche, denunciato un uomo a Vibo\n
      Cronaca

      Latitanza di Salvatore Tripodi, nessun risarcimento per ingiusta detenzione a Francesco Moscato

      La Cassazione riconosce la presenza della “colpa grave” nella condotta del fratello del collaboratore detenuto per tre mesi nel 2015 con l’accusa di aver favorito il ricercato poi arrestato a Zambrone
      Giuseppe Baglivo
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