
Che facciamo a Ferragosto? Nel Vibonese c'è solo l'imbarazzo della scelta: non solo mare, qui c'è tutta la Calabria più bella

Che facciamo a Ferragosto? Nel Vibonese c'è solo l'imbarazzo della scelta: non solo mare, qui c'è tutta la Calabria più bella

Che facciamo a Ferragosto? Nel Vibonese c'è solo l'imbarazzo della scelta: non solo mare, qui c'è tutta la Calabria più bella

Che facciamo a Ferragosto? Nel Vibonese c'è solo l'imbarazzo della scelta: non solo mare, qui c'è tutta la Calabria più bella

Che facciamo a Ferragosto? Nel Vibonese c'è solo l'imbarazzo della scelta: non solo mare, qui c'è tutta la Calabria più bella

Che facciamo a Ferragosto? Nel Vibonese c'è solo l'imbarazzo della scelta: non solo mare, qui c'è tutta la Calabria più bella

Che facciamo a Ferragosto? Nel Vibonese c'è solo l'imbarazzo della scelta: non solo mare, qui c'è tutta la Calabria più bella
Mare, montagna, musei ed eventi in programma dalla costa all’entroterra: per il Ferragosto in provincia di Vibo Valentia ce n’è per tutti i gusti. Il 15 agosto rappresenta il clou dell’estate, un momento di festa dedicato alla famiglia, allo stare insieme, al relax e al sano divertimento. Molti centri della Costa degli dei, da Pizzo a Tropea e Nicotera, in questi giorni stanno accogliendo centinaia e centinaia di turisti. Ai villeggianti si aggiungono le flotte di emigrati di ritorno nei paesi d’origine per ricongiungersi con amici e parenti.

Tra le destinazioni più ambite sia dai residenti che dai turisti è sicuramente il mare. La Costa degli dei garantisce ampie spiagge libere e anche lidi attrezzati. Le località più gettonate sono Tropea, Parghelia, Capo Vaticano, Vibo Marina, Nicotera e Pizzo. Nella città napitina, oltre a quanto offre il mare, apprezzatissimo è il suo tartufo gelato, specialità che ha reso il centro costiero famoso ben oltre i confini regionali.
Per effettuare attività di immersione e snorkeling, tra le mete preferite figurano il paradiso del sub a Zambrone, Sant’Irene di Briatico, Coccorino. Tra gli eventi religiosi più attesi, invece, la processione in mare che si tiene a Tropea. Le statue che compongono l’opera Sacra Famiglia, conservate nel celebre santuario di Santa Maria dell’Isola, nel pomeriggio attraverseranno un tratto di litorale in occasione della giornata in cui la Chiesa celebra la solennità dell’Assunzione al cielo di Maria. L’inizio dell’evento è atteso alle ore 16.30.
Non solo spiagge. La frescura delle Serre vibonesi ha un forte richiamo turistico. Itinerari tra i boschi per chi ama il contatto con la natura, visite nei borghi di Vallelonga, Soriano Calabro, Monterosso, Serra San Bruno, Mongiana, Fabrizia. E poi immancabile tappa, Serra San Bruno, con la sua Certosa e il Santuario di Santa Maria del bosco. Nel comprensorio serrese sono presenti aree pic-nic.

Ferragosto e cultura? Una tappa ai musei vibonesi potrebbe essere una valida alternativa. Sono diversi i siti d’interesse storico e archeologico che garantiranno le aperture. Tra questi figurano le grotte di Zungri e il Museo della civiltà rupestre e contadina. Visitare l’insediamento degli Sbariati permette all’utente di scoprire la vita delle antiche popolazioni che abitarono l’area del Poro. Il Museo è invece un viaggio per comprendere le radici e l’identità culturale locale. Una immersione nella casa dei nonni, una finestra aperta sull’intramontabile mondo contadino.

Silenzio, fede e spiritualità. Per chi cerca un Ferragosto lontano dalle mete affollate, c’è Serra San Bruno. Tra i luoghi imperdibili, il Museo della Certosa. Tramite le 22 sale che lo compongono, il visitatore viene condotto dapprima nella storia di San Bruno e dell’ordine da lui fondato e successivamente negli ambienti della Certosa ricostruiti in modo esemplificativo, ma con gli arredi originali. Attraverso foto, filmati e descrizioni, l’utente ha modo di conoscere la vita monastica certosina venendo a contatto con la spiritualità dei figli di San Bruno. A conclusione dell’itinerario vi è una piccola cappella solitaria ricavata in una torre cinquecentesca in cui chi vuole può sostare per trascorrere un momento di preghiera.

Sempre in zona montana, giornata di apertura anche per il Museo fabbrica d’armi-reali ferriere borboniche. Un sito ricco di storia che racconta l’evoluzione del complesso siderurgico fortemente voluto da Ferdinando IV di Borbone nel Settecento. Una “fabbrica” che diede impulso all’economia calabrese e del Regno di Napoli. A Mongiana la presenza del complesso portò alla progressiva crescita dell’agglomerato urbano che arrivò a contare mille abitanti che dipendevano dalla vita della ferriera. La presenza dei boschi e dell’acqua furono gli elementi cardine su cui ruotava l’attività. Gli altiforni venivano infatti alimentati con il carbone proveniente dalla legna ricavata dai boschi.
Il polo industriale era ben collegato e riusciva a comunicare con la marina del Tirreno. Lo stabilimento era composto da due fucine. Vi era una fabbrica d’armi composta da tre edifici attigui, su un terreno in pendio, con ruote idrauliche mosse dalle acque del Ninfo e dell’Allaro. Nelle vicinanze si trovava invece la fonderia di Ferdinandea, dedicata alla produzione di opere di getto in particolare proiettili, ed una terza nella quale (dopo l’unificazione) si fabbricavano stadere, pesi e misure metriche. All’interno della fabbrica d’armi erano collocate le officine dove i forgiatori producevano canne da fucile, spade e baionette. Non mancavano magazzini per carbone e minerali, fucine, carpenteria e depositi.

A Ferragosto porte aperte anche al Museo archeologico di Vibo Valentia (ore 9-19.45). Il polo è stato istituito nel 1969 e intitolato al conte Vito Capialbi. Animato da una grande passione per la storia e un profondo amore per la città, fu tra i primi – nell’Ottocento – a ricostruire la storia dalla fondazione della colonia locrese di Hipponion alla costituzione della colonia romana di Valentia. Ospitato inizialmente nell’antico Palazzo Gagliardi, dal 1995 il Museo ha sede nel Castello Normanno-Svevo della città che, nella sua struttura originaria e più antica, risale all’epoca di Federico II. Il visitatore è proiettato in un suggestivo viaggio nell’archeologia del territorio, dalla preistoria (primo piano) all’età greca (piano terra e primo piano) e a quella romana e medioevale (piano terra). Contiene gioielli archeologici straordinari tra cui la laminetta aurea, il ritratto di Agrippa, il busto in basanite. Straordinariamente ricca la sala delle armi, con la presenza di scudi, elmi rinvenuti nelle campagne scavi condotte in città. Tra i preziosi reperti anche il monetiere Capialbi.
Fino alle ore 14.00 del 15 agosto sarà anche possibile visitare il Museo di Mileto. Ospitato all’interno del palazzo vescovile, la struttura è adiacente alla Cattedrale neoromanica di Santa Maria Assunta, basilica pontificia minore dal 2016. Il sito conserva al suo interno una preziosa collezione di marmi antichi e medievali, ceramiche, arredi sacri e dipinti che raccontano la storia della città vecchia di Mileto, distrutta e abbandonata in conseguenza del tragico e distruttivo terremoto del 1783. Il percorso museale abbraccia un vasto arco temporale che va dall’età bizantina al XIX secolo ed è suddiviso su due piani.

Non solo tartufi e straordinari affacci sul mare. Pizzo è molto altro. Tra i luoghi più visitati troviamo la chiesetta della Madonna di Piedigrotta (a Ferragosto aperture previste 9.00/13.00 e 15.00/19.00). Il culto sarebbe nato come segno di ringraziamento dopo un terribile naufragio provocato da una violenta tempesta. I marinai, temendo per la loro vita, pregarono ardentemente il quadro della Vergine custodito della cabina del capitano.
Per l’imbarcazione non ci fu scampo ma l’equipaggio si salvò. A riva venne trasportato anche il quadro della Madonna e la campana di bordo datata 1632. I marinai mantennero la promessa: scavarono una grotta e li vi collocarono l’effige miracolosa. Tra ‘800 e ‘900, la cappella venne ingrandita grazie al lavoro dell’artista locale Angelo Barone e del figlio Alfonso. Negli anni sessanta, a seguito di un atto vandalico che danneggiò pesantemente la chiesetta, un nipote degli scultori originari si prodigò per riportare il sito all’antico splendore. Aperto ai visitatori anche il Castello Murat di Pizzo (orario 9.00/13.00 e 15.00/24.00), maniero della seconda metà del XV secolo. All’ interno della suggestiva struttura una ricostruzione storica riproduce gli ultimi giorni di vita di Gioacchino Murat, rappresentando i diversi momenti della detenzione del Re e dei suoi uomini.
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